COMMENTO
Marco ci descrive l’inizio della predicazione
di Gesù facendo due annotazioni: una cronologica; l’altra
geografica. La prima precisa che la missione di Gesù è relazionata a
quella di Giovanni Battista; questi era stato il suo precursore. La
seconda indica la regione dove Gesù inizia la sua attività: la
Galilea.
E’
la regione settentrionale della Palestina, chiamata dal profeta
Isaia “Galilea dei pagani”(Is 8,23, cf Mt 4,15) Nell’indicazione
della regione si profila l’orizzonte universale della missione di
Gesù. Per Marco la Galilea ha un ruolo importante. Gesù viene dalla
Galilea. Ivi inizia la sua predicazione, svolge la sua attività
principale. Dopo la sua morte e risurrezione precede i suoi
discepoli in Galilea.
Gesù inizia la sua missione proclamando la lieta notizia: “Il tempo
è compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al
Vangelo”. Sono quattro affermazioni che si susseguono l’una
all’altra e mettono in risalto la novità del messaggio annunziato da
Gesù.
La prima: “Il tempo è compiuto” è un’espressione che si trova
soltanto in Marco. Il verbo al passivo mostra che la pienezza viene
dal di fuori e che è del tutto nuova. Non si tratta di un
susseguirsi normale del tempo. E’ Dio che riempie il tempo. Questa
pienezza avviene in Gesù. La storia che lo ha preceduto camminava
verso di Lui.
La seconda affermazione è: “Il regno di Dio è vicino”. Per
l’evangelista Marco la sovranità di Dio è il concetto centrale della
predicazione e dell’insegnamento di Gesù, connesso intimamente con
quello di Vangelo. Del regno di Dio si parla nell’Antico Testamento.
Indica l’azione regale di Dio, il suo intervento salvifico
definitivo. E’ il regno atteso dai profeti, dal popolo. Gesù ne
annuncia l’arrivo nelle sue parole, nelle sue azioni. Egli non è un
semplice profeta che annunzia l’arrivo del regno di Dio. Egli lo
annunzia arrivato nella sua persona. Esso si identifica con Lui. In
lui il regno di Dio ha fatto irruzione nella storia.
La terza affermazione è il richiamo alla conversione. Esso è
presente nella tradizione profetica e nella stessa predicazione di
Giovanni Battista. Ciò che distingue il richiamo di Gesù alla
conversione da quello dei profeti e di Giovanni Battista è il
radicale orientamento alla vicinanza della sovranità di Dio, la
quale è sovranità salvifica.
La quarta affermazione concerne l’invito a credere al
Vangelo, ad accettare la buona novella della salvezza che Gesù
porta. In Lui è apparso l’amore salvifico verso l’uomo, verso l’uomo
di ogni luogo e di ogni tempo.
Dopo la descrizione del compendio della predicazione di Gesù,
l’evangelista Marco ci offre, in due brevi scene, la chiamata di due
coppie di fratelli. Si tratta della vocazione e della sequela dei
quattro discepoli più importanti quali testimoni dell'attività di
Gesù. Ambedue le chiamate sono narrate
secondo lo schema che troviamo già nelle chiamate dell’Antico
Testamento. Una delle caratteristiche nella chiamata di Gesù è la
corrispondenza - assente in quelle dell’Antico Testamento - tra il
mestiere vecchio e il nuovo. I discepoli pescatori di pesci sono
chiamati a diventare pescatori di uomini. Essi abbandonano la loro
professione, i loro familiari. Per la prima coppia si mette in
rilievo l’abbandono del mestiere, per la seconda la posposizione dei
legami familiari: si lascia anche il padre. Le due scene si
completano. Pietro dirà più tardi: ”Ecco, noi abbiamo abbandonato
tutto e ti abbiamo seguito” (10,28). |
RIFLESSIONE

“Convertirsi” è cambiare il modo di pensare,
di desiderare, di agire. Non è soltanto smettere di fare il male, ma
orientare tutta la vita verso Gesù; fare le nostre scelte secondo il
suo volere. La conversione avviene nella gioia, perché è conversione
alla buona novella che è Gesù stesso.
Anche per noi c’è stata la chiamata. Siamo divenuti discepoli di
Gesù. Occorre vivere da suoi autentici discepoli, cioè rinnovare
ogni giorno nella nostra storia la nostra gioiosa adesione a Lui,
cercando la voce che da sempre ci ha chiamato.
Anche a noi è rivolta la promessa: “Vi farò pescatori di uomini”. E’
l’affascinante esperienza di ogni vero cristiano; è la grande gioia
nel collaborare con Gesù nell’annunzio del suo messaggio salvifico
agli uomini che stanno accanto a noi. |