Dal Vangelo secondo Marco (9,2 -10) |

In quel tempo, Gesù prese con
sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un
luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue
vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla
terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e
discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a
Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una
per te, una per Mosè e una per Elia!”. Non sapeva infatti che cosa
dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube
che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il
Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”. E subito guardandosi attorno,
non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno
ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse
risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi
però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.
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Il racconto della trasfigurazione di
Gesù si legge in tutti e tre i Vangeli Sinottici (Mt 17,1-8; Mc
9,2-10; Lc 9,28-36). Nel Vangelo di Marco è collocato tra la prima e
la seconda predizione della passione. E ciò di proposito. La
trasfigurazione è la rivelazione della persona di Gesù, ma anche la
rivelazione del significato della sua croce. E’ un anticipo della
sua risurrezione, della sua parusia cioè della sua venuta
gloriosa; ma è anche la rivelazione di ciò che Gesù è lungo il
cammino verso la croce. In questo Gesù incamminato verso la croce si
manifesta la sua gloria, la sua divinità.
Ma cerchiamo di cogliere alcuni elementi dell’evento. Il passo del
Vangelo parla di un monte alto, ed in esso di un luogo appartato.
Nessuno degli evangelisti dà un nome al monte; la tradizione lo ha
identificato nel Tabor, ma l’opinione degli esegeti in merito è
variegata.
La trasfigurazione ha come autore Dio; lo indica la forma passiva
"fu trasfigurato". Si tratta della conferma di Dio Padre nei
riguardi di Gesù incamminato verso la croce.
Gesù porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni; sono quelli che
saranno presenti nell’orto del Getsemani (14,3). Volendoli associare
allo spettacolo delle sue sofferenze, vuole mostrare loro la sua
identità, far comprendere la sua missione.
Nella trasfigurazione appaiono con Gesù due grandi personaggi
dell’Antico Testamento: Mosè ed Elia, cioè i rappresentanti della
legge e dei profeti. La loro presenza intende mostrare la continuità
nel piano salvifico di Dio, il quale attraverso varie tappe cammina
verso Gesù. Egli è l’inviato definitivo di Dio. I due grandi
personaggi sono i suoi battistrada. In lui giungono a compimento le
promesse, l’alleanza, la legge.
La nube è un simbolo caratteristico della presenza di Dio (cf. Es
16,10; 24,18; 40,35). La voce che risuona da essa: “Questi è il
Figlio mio prediletto; ascoltatelo!” rivela l’identità di Gesù; e la
rivela proprio nel momento in cui egli si incammina verso la morte
in croce. E’ da ricordare che una quasi identica proclamazione si dà
durante il battesimo di Gesù: “Tu sei il mio il Figlio mio
prediletto, in te mi sono compiaciuto” (cf. Mc 1,11). Ma in
occasione del battesimo la voce è rivolta a Gesù. Qui invece è
rivolta agli apostoli: “Ascoltatelo”. E’ un invito ad accogliere il
messaggio salvifico di Gesù, a penetrarne il “mistero”.
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La trasfigurazione di Gesù non ha
soltanto un significato cristologico. Essa ha anche un significato
per la vita del discepolo di Gesù. La strada della croce è anche la
sua, ma questa è orientata verso la gioia della risurrezione.
La trasfigurazione costituisce un avvenimento gioioso di
trasformazione quotidiana della vita del cristiano. Sono
significative al riguardo le parole di Papa Giovanni Paolo II:

Nella trasfigurazione c’è un
aspetto, sul quale dobbiamo attirare costantemente la nostra
attenzione: il comando dell’ascolto di Gesù, dell’ascolto del suo
messaggio salvifico. Si tratta di un ascolto che richiede
comprensione, ma anche decisione. Davanti a Gesù che parla occorre
decidersi.
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O Dio che nella gloriosa trasfigurazione del
Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con la
testimonianza della legge e dei profeti e hai mirabilmente
preannunciato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa che
ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi
della sua vita immortale.
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