
L’Ascensione di Gesù non è un
distacco, non è la conclusione della sua vicenda storica.
Nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli non si parla di un
addio di Gesù. Egli invece assicura la sua costante
presenza: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo” (Mt 28,20). L’Ascensione è l’inizio del tempo
dello Spirito, che guiderà gli apostoli e i credenti di
tutti i tempi a rendergli testimonianza davanti a tutti gli
uomini.
Il brano odierno del Vangelo di Luca
ci descrive il contenuto dell’annunzio che occorre portare e
testimoniare. Esso concerne il mistero della passione, morte
e risurrezione di Gesù, la predicazione della conversione e
del perdono dei peccati. Gesù lo precisa ai discepoli
sottolineando che esso è la realizzazione di quanto è
scritto nella S. Scrittura. In quel “Così sta scritto” sono
racchiusi tali tre eventi. Così Gesù ci si presenta come
l’esegeta per eccellenza della S. Scrittura. Destinatari
dell’annunzio sono “tutte le genti”, cioè tutti gli uomini
di qualsiasi tempo e di qualsiasi luogo. E l’annunzio deve
avvenire nel suo nome, vale a dire deve poggiare sulla sua
autorità.
La conversione è anzitutto la
conversione della mente e poi della vita. L’annunzio del
perdono dei peccati è proclamare che l’amore di Dio è più
grande del nostro peccato; è proclamare che Gesù sulla croce
dà tutto se stesso per la salvezza di ciascun uomo; che Dio
ama e perdona. Gesù richiede non solamente l’annunzio, ma
anche la testimonianza. La forza per annunciare e
testimoniare un messaggio così incredibile davanti a tutti
gli uomini i discepoli la troveranno nella potenza dello
Spirito Santo che Gesù invierà secondo le promesse il giorno
della Pentecoste.
E’ interessante sottolineare
l’atteggiamento liturgico di Gesù che ascende al Padre
benedicendo e la gioia con la quale i discepoli ritornano a
Gerusalemme. Ormai non vi è più posto per il lutto, per lo
sgomento che li aveva assaliti il venerdì santo, il giorno
della morte del loro maestro sulla croce. Essi sanno che
egli vive, ha compiuto l’opera della redenzione e che
riceveranno la forza che viene “dall’alto”.

In
Cristo asceso al cielo la nostra umanità è stata innalzata
accanto a Lui. L’Ascensione di Gesù è motivo di gioia. Egli
ci ha preceduto nella dimora eterna, dandoci la serena
fiducia che dove è lui, capo, saremo anche noi sue membra,
uniti nella stessa gloria. Salendo al cielo non soltanto non
ci ha abbandonati, ma ci ha dato questa certezza, la quale
deve dare vero senso al rapido scorrere della nostra vita.
Sarà la nostra amicizia personale con lui, costantemente
curata, che ci stimolerà a non distogliere il nostro sguardo
dalla gioia dell’unione definitiva con Lui.
Anche noi, ognuno secondo la propria specifica vocazione,
siamo inviati nel mondo a predicare la passione, la morte,
la resurrezione di Gesù, la conversione e il perdono dei
peccati. Il mandato di annunzio e di testimonianza coinvolge
anche ciascuno di noi. Esso va effettuato in modo coraggioso
con la nostra parola che mostri profonda convinzione e con
la testimonianza della nostra vita irreprensibile. Dobbiamo
essere convinti che in questa nostra missione il Risorto
opera con noi, per mezzo e con la forza dello Spirito Santo.