
Il brano del
Vangelo odierno ci descrive l’incontro di Zaccheo con Gesù.
Esso avviene in una importante città di confine e di
collegamento con i paesi a sud est della Palestina: la città
di Gerico. Ciò fa comprendere la presenza in essa di
pubblicani, funzionari della dogana, del dazio; persone mal
viste, odiate a causa del loro mestiere. I giudei osservanti
li ritengono pubblici peccatori e li evitano considerandoli
impuri. Zaccheo è proprio un pubblicano, anzi l’esattore
capo della dogana di Gerico. E’ ricco e la ricchezza gli
proviene dalla sua attività; ad un esattore di imposte non
mancavano le occasioni di arricchirsi a spese di carovane di
mercanti. A proposito di ricchezza va ricordato che Gesù
precedentemente al giovane ricco - che gli chiedeva cosa
fare per ottenere la vita eterna -, aveva detto parole
forti: “Quanto è difficile per coloro che possiedono
ricchezze, entrare nel regno di Dio. E’ più facile che un
cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco
entri nel regno dei cieli” (Lc 18,24-25). E il giovane ricco
ha osservato i comandamenti fin dalla sua giovinezza (cf. Lc
18,21). Zaccheo invece è considerato da tutti come peccatore
ed egli è consapevole di essere peccatore, è conscio di
avere bisogno di perdono. Questo suo atteggiamento si
manifesta nel desiderio di vedere Gesù. Il suo mescolarsi in
mezzo alla folla, il suo salire su di un sicomoro indicano
il suo interesse per lui.
Gesù lo scorge e prende l’iniziativa: è una iniziativa
gratuita. Lo chiama per nome anche se non l’abbia mai
incontrato. Lo invita a scendere subito dal sicomoro ed
esprime la volontà di andare a casa sua per essere suo
ospite. L’atteggiamento di Gesù è delicato; sembra quasi
farsi bisognoso di ospitalità, per potere, poi, perdonare.
La risposta di Zaccheo è caratterizzata dalla gioia:
In fretta scese e lo accolse pieno di
gioia. A questa gioia fa contrasto
l’atteggiamento della folla nei riguardi di Gesù:
Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È
andato ad alloggiare da un peccatore”. Per loro
non è possibile che Egli abbia contatti con gente ritenuta
peccatrice. La folla sembra quasi rifiutare Gesù, ma Egli
non si presta al gioco; la sua missione salvifica è
destinata a tutti, anche ai ricchi.
Gesù non dice nulla a Zaccheo, ma questi comprende.
L’incontro con Gesù lo trasforma, gli fa riconoscere di
essere peccatore. Egli cambia vita, cambia il suo modo di
pensare circa la ricchezza: “Ecco,
Signore, io dò la metà dei miei beni ai poveri; e se ho
frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto.
Nel suo cuore adesso non c’è più la ricerca del guadagno al
di sopra di tutto, ma la condivisione con i poveri,
l’osservanza della giustizia. Così il pubblicano Zaccheo
diventa la figura del discepolo di Gesù, che continua il
proprio lavoro, ma con un nuovo modo di esercitarlo.
In risposta ai gesti, ed alle parole di Zaccheo, Gesù
davanti a tutti i presenti afferma: “Oggi
la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è
figlio di Abramo;il Figlio dell’uomo infatti è venuto a
cercare e a salvare ciò che era perduto”.


Gesù, pellegrino della misericordia, è
venuto a cercare Zaccheo; ed in lui è venuto a cercare ogni
uomo, senza alcuna distinzione. Per lui esiste l’uomo
bisognoso di salvezza. Egli continua a cercarlo anche oggi e
dovunque, in tutti gli strati sociali, per condurlo alla
comunione con Lui.
Gesù cerca anche ciascuno di noi. Solamente Egli sa cosa c’è
nel nostro cuore. Accogliamolo con gioia, lasciandoci
trasformare da Lui. Preghiamolo perché ci distacchi da tutto
ciò che impedisce la comunione con Lui e con i fratelli.