
La Chiesa celebra oggi la solennità
della nascita di San Giovanni Battista. Si tratta dell’unico
santo di cui si celebra liturgicamente la nascita. Ciò
indica la sua grandezza: egli è l’ultimo profeta dell’Antico
Testamento e il primo del Nuovo. Non solamente ha annunziato
una promessa, ma ha indicato presente colui che ne è
l’oggetto: Gesù, l’Agnello di Dio.
Il brano
del Vangelo di Luca ci narra brevemente la sua nascita
miracolosa: nasce da una madre sterile ed anziana. La
nascita è immersa in un’atmosfera di stupore e di gioia. I
vicini e i parenti si rallegrano con Elisabetta per la
grazia che Dio le ha concesso e manifestano la loro
compartecipazione alla sua felicità.
Conformemente al comando già dato da Dio ad Abramo e
riconfermato nella legge di Mosè, il bambino all’ottavo
giorno dalla sua nascita viene circonciso. La circoncisione
è segno dell’appartenenza al popolo eletto, la garanzia di
partecipare alle benedizioni promesse ad esso; è un segno
del patto tra Dio ed Israele; è il segno distintivo da
quelli che non sono israeliti.
Al bambino è imposto il nome del padre, Giovanni, nonostante
che nella parentela nessuno portasse tale nome. Ciò era
stato richiesto dall’angelo (cf Lc 1,13). Giovanni significa
“Dio ha fatto grazia”. Esso indica in modo luminoso la
missione del Precursore, esprime la “grazia" con cui Dio lo
avvolge.
Al momento dell’imposizione del nome si compie un nuovo
miracolo: Zaccaria riacquista la parola. Tutti ne furono
meravigliati. E’ da ricordare che Zaccaria era diventato
muto per non avere creduto all’angelo che gli annunciava la
nascita miracolosa di un figlio.
Davanti al manifesto intervento di Dio i testimoni oculari
sono presi da sacro timore: “Che sarà mai questo bambino? ”
si dicevano. La notizia della nascita miracolosa si diffonde
in tutta la regione montuosa della Giudea.
La frase finale: "La mano del Signore stava con lui" e la
successiva aggiunta sulla crescita mirabile del bambino
evocano le stesse qualità che si ripeteranno in pienezza per
Gesù.
La liturgia nel farci leggere il racconto della nascita
miracolosa di Giovanni Battista vuole evidenziare la
straordinaria missione alla quale egli è chiamato: preparare
la venuta di Gesù e additarlo presente nel mondo.
L’Evangelista Luca mette in risalto alcune caratteristiche
di Giovanni. E’ un predicatore: è la voce che grida nel
deserto. E’ il testimone di Gesù: “Io vi battezzo con acqua;
ma viene uno che è più forte di me… egli vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco”. E’ umile: pone al centro Gesù. Si
proclama semplice precursore. Ad una inchiesta ufficiale
sulla sua identità risponde di non essere degno di
sciogliere il legaccio dei sandali di Gesù . E’ profeta
coraggioso sino al martirio.
La grandezza di Giovanni è proclamata nel prologo del quarto
Vangelo, che colloca Giovanni in rapporto con il Verbo fatto
carne: Giovanni non era la luce, ma il testimone della luce.
Egli venne per rendere testimonianza alla luce affinché
tutti credessero per mezzo di lui (cf Gv 1, 7 s).

L’invito di Giovanni alla conversione, ad accogliere Gesù
presente nel mondo risuona costante e perenne nella Chiesa
di ogni tempo.
Anche noi siamo chiamati ad indicare Gesù presente nel
deserto delle nostre città. E lo facciamo con la nostra
fede, con la nostra testimonianza, con il nostro annunzio
coraggioso.