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25 luglio

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-13)

 



quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione»
.
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli; e se quello dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
 

 
   
 

Nel Vangelo di Matteo il “Padre Nostro” è inserito nel contesto dei vari ammaestramenti del discorso della montagna ( cf Mt 8,9-13). L’evangelista Luca ce lo presenta come risposta di Gesù ad uno dei suoi discepoli, che dopo averlo visto immerso nella preghiera, gli rivolge una richiesta sul modo come occorre pregare. I discepoli erano impressionati dal modo come Gesù pregava; essi quindi non apparivano soddisfatti delle preghiere usuali dei giudei. Vogliono pregare come pregava Gesù.
L’evangelista Luca facendo sorgere il desiderio di pregare dall’esempio di Gesù, vuole mettere in evidenza che la nostra preghiera deve assomigliare a quella di Gesù. L’invocazione “Padre” senza alcuno aggettivo è precisamente quella tipica di Gesù: esprime la sua filiazione. Il cristiano deve pregare in unione con Gesù, cioè come figlio di Dio. Questo rapporto filiale nei confronti di Dio è caratteristico della preghiera cristiana.

Chi fa il raffronto tra il Vangelo di Matteo e quello di Luca costata che nel testo trasmessoci da Matteo la preghiera ha sette petizioni; invece in quello tramandatoci da Luca ne ha solamente cinque. Questa differenza deriva con massima probabilità da diverse tradizioni liturgiche.

Prescindendo da questi problema di carattere critico-letterario, vogliamo attirare la nostra attenzione sul fatto che Gesù insegnando la preghiera del Padre nostro indica il contenuto di una preghiera tipicamente cristiana.

La parabola che Egli riporta per delucidare il modo come dobbiamo pregare è tratta dalla vita palestinese. Il suo pensiero fondamentale non sta anzitutto nel fatto che dobbiamo pregare con ostinazione, con insistenza perché siamo esauditi, ma nel mettere in luce che la nostra preghiera deve essere piena di fiducia, che cioè Dio prende sul serio la nostra richiesta.

Alle volte costatiamo che questa affermazione è smentita dai fatti: abbiamo chiesto e non abbiamo ottenuto. A tale riguardo dobbiamo ricordarci che Dio ha un progetto di amore verso ciascuno di noi, che mira sempre al nostro vero bene. Le nostre richieste possono essere in contraddizione con esso. Va preso in considerazione anche che alle volte a questo progetto di amore si può opporre la libertà dell’uomo cattivo. Tuttavia, dobbiamo essere certi che Dio non trascura mai le nostre richieste. Gesù ci invita a chiedere il suo Spirito, lo Spirito Santo, che ci darà la luce e la forza per comprendere il piano di amore di Dio nei nostri riguardi e vivere in modo positivo e sereno la nostra vita quotidiana, nonostante le sue difficoltà.

 


Rivelaci, o Padre, il mistero della preghiera filiale di Cristo, nostro fratello salvatore e donaci il tuo Spirito, perché, invocandoti
con fiducia e perseveranza,
come egli ci ha insegnato, cresciamo nell’esperienza del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…