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Il
capitolo IV del Vangelo di Giovanni parla delle rassicurazioni
che Gesù dà ai suoi discepoli dopo aver loro annunziato la sua
partenza (Gv 13,31-38), e dei nuovi rapporti che Egli instaura
con loro.
1. Gesù lascia soli i discepoli; il loro cuore non deve
turbarsi. Essi devono avere innanzitutto fede in Dio ed in Lui.
In questa richiesta di Gesù vanno evidenziate due idee. La prima
riguarda l’identità tra la fede in Lui e quella nel Padre. Gesù
infatti è la stessa cosa con il Padre. La seconda concerne il
tipo o la natura di fede. Non si tratta semplicemente di un atto
di fiducia in Gesù, ma della fede che vince il mondo ( 1 Gv
5,4), della fede che unisce i discepoli a Lui che ha vinto il
mondo (Gv 16,33).
Gesù consola inoltre i discepoli assicurando che Egli va al
Padre per preparare loro un posto nella casa del Padre. Essi non
saranno separati da Lui; Egli ritornerà e li prenderà con sé
affinché siano dove Egli. è. Si discute tra gli esegeti su
questo ritorno. Il riferimento non è al ritorno finale di Gesù,
ma piuttosto alla riunione con Lui che si realizza nel momento
della morte di ciascuno uomo.
2. Gesù consola i discepoli e si rivela come via, verità e vita.
Così mette in risalto i nuovi rapporti che Egli instaura tra
loro ed il Padre. Essi arrivano al Padre per mezzo di Lui: “Io
sono la via ….Nessuno viene al Padre se non per mezzo mio” ( v.
6). Gesù è la via non semplicemente nel senso di guida morale,
di capo che i discepoli devono seguire, ma nel senso che Egli è
l’unica via di salvezza. E’ via perché è verità, vale a dire la
rivelazione totale del Padre. In Lui la salvezza, la grazia del
Padre viene comunicata in modo definitivo. Gesù è via in quanto
comunica la vita del Padre. Il Padre è la sorgente originale
della vita. La meta del cammino del discepolo è la vita con il
Padre. Egli l’ha data al Figlio (Gv 5,26) e solamente il Figlio
può darla agli uomini che credono in Lui (Gv 10,28).
Filippo chiede: “ Signore mostraci il Padre”. La risposta di
Gesù raggiunge i vertici della rivelazione: “Chi ha visto me, ha
visto il Padre” (v. 9).
La richiesta di fede di Gesù ai suoi discepoli è chiara, ma allo
stesso incoraggiante, promettente: “ chi crede in me compirà le
stesse opere che io compio. Anzi ne farà di molto più grandi
perché io vado al Padre” (v.12).
Gesù, rivelandosi come via, verità e vita, enuncia il rapporto
personale che vuole avere con ciascuno di noi. Corriamo il
rischio che esso rimanga sempre alla superficie. La nostra
vocazione è quella di entrare nel mistero di relazione che
esiste tra Gesù ed il Padre. Gesù è il Figlio mandato nel mondo
per rivelarci il Padre, per offrirci il suo amore salvifico. La
meta del discepolo di Gesù è la comunione con il Padre per
mezzo di Lui. Fino a quando non facciamo questa esperienza di
comunione non possiamo dire di conoscere pienamente Gesù.
Questa rivelazione di Gesù dà il vero senso alla nostra
esistenza. I nostri cuori non devono essere turbati nel
frastuono dello scorrere del tempo.
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