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10 novembre |
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XXXII Domenica del tempo ordinario |
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Vangelo secondo Luca (20,27-38) |
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In
quel tempo, si avvicinarono
alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e posero
a Gesù questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a
qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo
fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio
fratello. |
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Ci avviciniamo al termine dell’anno liturgico. Siamo invitati a riflettere sulla morte e sull’al di là. Alla nostra considerazione la liturgia di oggi propone il brano del Vangelo di Luca dove viene affrontato il tema della risurrezione dei morti. Si tratta di un argomento discusso nel giudaismo al tempo di Gesù. In merito si contrapponevano due gruppi: i farisei che credevano alla resurrezione dei morti e i sadducei che la negavano. Sono proprio questi ultimi che pongono a Gesù un caso del tutto grottesco, ma basato sulla legge del levirato ( cf. Dt 25,5), secondo la quale un fratello deve sposare la cognata rimasta vedova senza figli. Il caso, così come è presentato a Gesù, è volto a ridicolizzare la credenza nella risurrezione; infatti riguarda una donna che aveva avuto successivamente come marito sette fratelli. La domanda postagli è insidiosa: “Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie?”
La risposta di
Gesù si snoda in due parti. - La risurrezione è il centro della fede cristiana: “Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede” (1 Cor 15,16). Gesù è risuscitato dai morti “primizia di coloro che sono morti” ( 1 Cor 15,20); è “primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1,18). - Nella nostra società è attuale la tentazione di ragionare da “nuovi sadducei”. Ci si crede “signori” della propria vita; si vive come se ciò che conta è qui, in questo mondo, e qui, in questa vita, finisce.
Il Signore ci
ricorda che siamo pellegrini, in cammino verso la patria del
cielo, dove vivremo da risorti con Cristo, primizia dei risorti.
Credere nella risurrezione futura, però, non significa svuotare la
vita presente o perdere di vista i nostri impegni quotidiani.
Significa invece riempire il nostro vivere quotidiano di senso e di
valori. |
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Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo
volto.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
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