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23 giugno 2019

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
(Anno C)

Dal vangelo secondo Luca (9,11-17)

   

Sequenza
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

 
In quel tempo, Gesù prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i dodici gli si avvicinarono dicendo: “ Conceda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siano in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta”. Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

RIFLESSIONE
Il brano evangelico del Vangelo di Luca ci narra il miracolo della moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci fatta da Gesù. Esso di per sé non è un racconto sulla eucaristia. Ma Gesù nell’operare il miracolo compie alcuni gesti che farà nell’ultima Cena nell’istituire l’eucaristia. Ciò mette in risalto la connessione tra i due avvenimenti: il miracolo della moltiplicazione dei pani richiama l’eucaristia. Ecco la ragione per la quale la Liturgia ce lo propone oggi nel giorno della celebrazione della Solennità del Corpus Domini.
Vogliamo fare qualche breve riflessione su un elemento caratteristico del miracolo: la richiesta di compartecipazione da parte dei discepoli.
Per ben tre volte è loro domandata da Gesù. La prima con la richiesta : “Date voi stessi da magiare”; la seconda con la preghiera di fare sedere la folla a gruppi; la terza con l’invito a distribuire i pani miracolosamente moltiplicati. Gesù nutre le folle tramite i discepoli. Il pane è per tutti. “Tutti mangiarono, si saziarono e avanzarono dodici ceste”.
Questo comportamento di Gesù svela il modo come devono essere le relazioni tra gli uomini: sentirsi corresponsabili affinché il pane sia per tutti. Ciò significa lavorare per la giustizia sociale, perché la fame nel mondo sia debellata. Il coinvolgimento è anche condivisione; condividere con gli altri, in un’apertura di amore fraterno.
I gesti di Gesù sono gesti eucaristici. Essi non soltanto prefigurano l’istituzione dell’eucaristia; ma rivelano il dono eucaristico di amore di Gesù verso tutti, dono al quale anche noi dobbiamo partecipare. E’ significativo al riguardo quanto afferma Papa Benedetto XVI nell’Esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis : “La vocazione di ciascuno di noi è quella di essere, insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del mondo". Nutrendoci di Gesù eucaristia comprendiamo e viviamo la responsabilità e la gioia della nostra donazione agli altri.

Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore
Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».
(Salmo 109)