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30 giugno 2019 |
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XIII Domenica del tempo ordinario
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Dal vangelo secondo Luca (9,51-62) |
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Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». RIFLESSIONE IL PRIMO si offre spontaneamente. In lui si legge un atteggiamento di entusiasmo; è conscio che la sequela comporta una vita itinerante: “Ti seguirò dovunque tu vada”. Gesù gli presenta le difficoltà del compito che egli vuole assumere. Seguire Gesù significa avere in sorte il suo medesimo destino. Chi si mette al suo seguito deve essere disposto ad abbandonare le sue sicurezze, a vivere nella povertà la quale lo rende libero. IL SECONDO è invitato dallo stesso Gesù; ma egli desidera una dilazione: vorrebbe attendere la morte del padre per dargli la dovuta sepoltura. Per i figli era un dovere grave quello di seppellire i genitori. La risposta di Gesù è drastica: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio”. Gesù pone la sequela al di sopra dello stesso dovere di pietà inculcato nella legge (cf Gn 50,5; Tb 4,3; 6,15). Egli certamente non intende annullare la legge o correggerla; vuole semplicemente sottolineare il primato del regno di Dio, che non ammette dilazioni. IL TERZO caso è simile al primo, in quanto l’uomo si pone spontaneamente a disposizione di Gesù. Ma anche egli come il secondo chiamato pone una condizione: vuole dare addio a coloro che egli ama. Gesù respinge questa richiesta, richiamando una similitudine: adatto al regno di Dio è solamente colui che si dedica ad esso di tutto cuore , come il contadino il quale quando ha l’aratro in mano non può volgersi indietro. La sequela non sopporta distrazioni, né nostalgie. I tre casi di sequela concernono l’impegno apostolico per il regno di
Dio e riguardano principalmente, direttamente la vocazione di alcuni
determinati discepoli. Ma nelle richieste di Gesù, che possono apparire
paradossali, si deve leggere una condizione sostanziale, fondamentale
valida per tutti, la quale può essere espressa nel seguente modo: Gesù
deve avere il primato assoluto nella vita e il seguirlo non può
comportare esitazioni, dilazioni. Alla diffusione del regno di Dio tutti
siamo chiamati, ognuno secondo la propria vocazione. |
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