In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra
angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre
gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà
accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande
potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il
capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi
piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà
sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate
in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto
ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
COMMENTO
RIFLESSIONI SULLA PAROLA DI DIO
di don Giovanni Cereti Rettore della Confraternita di san
Giovanni dei Genovesi
Con la conclusione dell’anno liturgico, abbiamo salutato ieri la
chiusura dell’anno, ringraziamo il Signore di averlo portato a termine
e di avere avuto la gioia di iniziare il nuovo anno con il tempo di
Avvento. L’Adventus nella fede della chiesa ci parla di una triplice
venuta. Ricordiamo e riviviamo innanzitutto la venuta storica del
Messia, il mistero dell’Incarnazione. Maria ha un posto d’onore in
quest’attesa, con la festa dell’Immacolata e con la quarta domenica.
Vi è poi la venuta ultima del Signore, per la quale ci dobbiamo
preparare, e infine, la venuta nel presente, per ciascuno di noi, ogni
giorno.
Il clima dell’avvento è un clima di dolcezza e di speranza, nell’attesa
che si compiano queste venute del Signore.
In questa prima domenica, ascoltiamo innanzitutto le letture. Nella
prima lettura il profeta Geremia sembra annunciarci la restaurazione del
regno davidico, regno di pace e di giustizia, e proprio nel momento in
cui i babilonesi avevano conquistato Gerusalemme e deportato i
maggiorenti a Babilonia.
Il vangelo ci propone un passo apocalittico, nel quale si riflette sugli
sconvolgimenti dell’epoca (forse gli stessi eventi di Pompei). Ma
insieme alla constatazione delle violenze e dei disastri, vi è anche un
momento di speranza, con un invito alla preghiera.
Il testo più bello è forse quello della seconda lettura, che ci invita a
vivere nell’amore e anzi a sovrabbondare di amore, nei confronti del
Signore e dei fratelli. E infine un insegnamento sul come vivere la
nostra fraternità: vivere prendendoci cura gli uni degli altri, nella
tenerezza e nella compassione per tutti. Troppe persone sperimentano
specie in questo periodo un senso di solitudine; superiamo la solitudine
nostra e degli altri prendendoci cura di ogni persona che incontriamo
nel nostro cammino.
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A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
(Salmo
24)
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