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Mons. Maurizio Michele Raffa, Confratello e Vicario negli anni delle seconda guerra mondiale, come ci ricorda don Cereti in apertura di questo numero del nostro Notiziario, è stato insignito, alla memoria, del titolo di Giusto d’Israele tra le Nazioni, con una commuovente cerimonia svoltasi il 23 novembre nel Chiostro della nostra Confraternita. A ritirare la massima onorificenza dedicata a coloro che, come mons. Raffa, hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dalla furia devastatrice nazifascista, è stato il nipote, dottor Maurizio Raffa, che porta lo stesso nome dello zio ed esercita la professione di medico a San Remo. Alla cerimonia hanno partecipato, fra gli altri, l’ambasciatore d’Israele Ghideon Meir, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino Vittorio Della Rocca e la signora Margherita Di Castro, che da piccola con i suoi genitori e due fratellini fu ospitata da mons. Raffa nei locali soprastanti l’Oratorio per sei mesi nel 1944, sino alla liberazione di Roma. Il Governatore Ecclesiastico della Confraternita e Rettore della nostra Chiesa, don Giovanni Cereti, ha introdotto e coordinato gli interventi, alla presenza del Governatore secolare, Alberto Urbinati, e di molti Confratelli e Consorelle, che gremivano la sala insieme a molti ragazzi, che sicuramente porteranno con sé a lungo il ricordo di quest’evento eccezionale, avendovi partecipato di persona.“Chi salva una vita salva il mondo intero”, come recita il Talmud, e “l’evento che ci apprestiamo a celebrare oggi è un esempio chiaro di quell’atteggiamento di fratellanza e accoglienza che luoghi di culto come questo hanno avuto in quel periodo buio della storia italiana”, ha affermato don Cereti. Ha fatto seguito l’intervento del Presidente Gattegna, che ha ricordato come anche i suoi famigliari si salvarono grazie all’ospitalità e al rifugio offerto in un convento di religiose nella zona di piazza di Spagna. Gattegna ha sottolineato il sentimento di stupore e incredulità di coloro che vissero in quel periodo storico, che non reagirono nascondendosi o scappando, non presero alcuna precauzione e persero così la possibilità di salvarsi.
Il
Presidente Riccardo Pacifici ha richiamato il significato di
avvenimenti come questo anche con riferimento ad aspetti su cui
forse si riflette troppo poco: “Le vittime della Shoah non sono
solo quelle morte nei campi di sterminio e durante la guerra, ci
sono altre vittime spesso dimenticate o di cui non si tiene
conto. Sono coloro che non solo prima ma soprattutto dopo la
guerra, per dimenticare gli orrori di quel periodo, si sono
allontanati e hanno rinnegato le loro origini. Queste perdite
si sono aggiunte alle 6 milioni di vittime del nazismo”. Il conferimento del titolo dello Stato di Israele è avvenuto ad opera dell’ambasciatore Ghideon Meir: “Israele si è assunto il dovere di ricordare e far ricordare le vittime delle persecuzioni razziali e coloro che si adoperarono per evitarle - ha affermato l’ambasciatore - Nell’atto di fondazione dello Yad Vashem è scritto che la medaglia di Giusto tra le nazioni deve essere conferita secondo i seguenti tre principi: il Giusto deve aver salvato uno o più persone ebree, rischiando la propria incolumità, e non deve aver ricevuto compensi per questo. Sono poche le persone in Europa che possono riconoscersi in questi principi, sono poche le persone in Europa che salvarono a rischio della propria vita, la vita degli ebrei perseguitati, ma mons. Raffa è di certo una di queste persone”.
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