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seguito dalla prima pagina

Testo tratto dal Periodico della Confraternita n 44
di Novembre-Dicembre 2009
e
immagini  dal Periodico n. 62 di Maggio-Giugno 2013
della cerimonia del 28 maggio
durante l'inaugurazione della sala
dedicata a Mons. Maurizio Raffa
 

 


Il Governatore Alberto Urbinati scopre la Targa



Il saluto di Don Giovanni Cereti
 

Mons. Maurizio Michele Raffa, Confratello e Vicario negli anni delle seconda guerra mondiale, come ci ricorda don Cereti in apertura di questo numero del nostro Notiziario, è stato insignito, alla memoria, del titolo di Giusto d’Israele tra le Nazioni, con una commuovente cerimonia svoltasi il 23 novembre nel Chiostro della nostra Confraternita.

A ritirare la massima onorificenza dedicata a coloro che, come mons. Raffa, hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dalla furia devastatrice nazifascista, è stato il nipote, dottor Maurizio Raffa, che porta lo stesso nome dello zio ed esercita la professione di medico a San Remo. 

Alla cerimonia hanno partecipato, fra gli altri, l’ambasciatore d’Israele Ghideon Meir, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino Vittorio Della Rocca e la signora Margherita Di Castro, che da piccola con i suoi genitori e due fratellini fu ospitata da mons. Raffa nei locali soprastanti l’Oratorio per sei mesi nel 1944, sino alla liberazione di Roma.

Il Governatore Ecclesiastico della Confraternita e Rettore della nostra Chiesa,  don Giovanni Cereti, ha introdotto e coordinato gli interventi, alla presenza del Governatore secolare, Alberto Urbinati, e di molti Confratelli e Consorelle, che gremivano la sala insieme a molti ragazzi, che sicuramente porteranno con sé a lungo il ricordo di quest’evento eccezionale, avendovi partecipato di persona.“Chi salva una vita salva il mondo intero”, come recita il Talmud, e  “l’evento che ci apprestiamo a celebrare oggi è un esempio chiaro di quell’atteggiamento di fratellanza e accoglienza che luoghi  di culto come questo hanno avuto in quel periodo buio della storia italiana”, ha affermato don Cereti.

Ha fatto seguito l’intervento del Presidente Gattegna, che ha ricordato come anche i suoi famigliari si salvarono grazie all’ospitalità e al rifugio offerto in un convento di religiose nella zona di piazza di Spagna. Gattegna ha sottolineato il sentimento di stupore e incredulità di coloro che vissero in quel periodo storico, che non reagirono nascondendosi o scappando, non presero alcuna precauzione e persero così la possibilità di salvarsi.



Il saluto del Dott. Maurizio Raffa nipote di Mons. Raffa


Il saluto di Alberto Di Castro, figlio di Franco
uno dei bambini salvati

Il Concerto di Marclla Crudeli a conclusione
nel nostro Chiostro.
 

Il Presidente Riccardo Pacifici ha richiamato il significato di avvenimenti come questo anche con riferimento ad aspetti su cui forse si riflette troppo poco: “Le vittime della Shoah non sono solo quelle morte nei campi di sterminio e durante la guerra, ci sono altre vittime spesso dimenticate o di cui non si tiene conto. Sono coloro che non solo prima ma soprattutto dopo la guerra, per dimenticare gli orrori di quel periodo, si sono allontanati e hanno rinnegato le loro origini.  Queste perdite si sono aggiunte alle 6 milioni di vittime del nazismo”.
 

Il conferimento del titolo dello Stato di Israele è avvenuto ad opera dell’ambasciatore Ghideon Meir: “Israele si è assunto il dovere di ricordare e far ricordare le vittime delle persecuzioni razziali e coloro che si adoperarono per evitarle - ha affermato l’ambasciatore - Nell’atto di fondazione dello Yad Vashem è scritto che la medaglia di Giusto tra le nazioni deve essere conferita secondo i seguenti tre principi: il Giusto deve aver salvato uno o più persone ebree, rischiando la propria incolumità, e non deve aver ricevuto compensi per questo. Sono poche le persone in Europa che possono riconoscersi in questi principi, sono poche le persone in Europa che salvarono a rischio della propria vita, la vita degli ebrei perseguitati, ma mons. Raffa è di certo una di queste persone”.


E’ poi intervenuta la signora Margherita Di Castro, che ha ricordato la paura di quel periodo e la protezione ricevuta nelle mura del palazzo della Confraternita, dove in alcune ore del giorno scendeva con i due fratellini più piccoli dal loro rifugio per giocare nel chiostro.

Al termine della manifestazione un sentito omaggio ai presenti ad opera del nostro Confratello Mario Macciò, con il libro da lui scritto nel 2006 “Genova e ha shoah: salvati dalla Chiesa”, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita del Card. Giuseppe Siri, dove sono raccolte numerose testimonian-ze di eroismo e di generosità di tanti sacerdoti ed ecclesiastici genovesi e liguri che consenti-rono di salvare molti ebrei perseguitati negli anni della guerra.