In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto
il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi
saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome
scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano
serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno;
imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo
aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva
insieme con loro e confermava la Parola con i segni che
l'accompagnavano. COMMENTO
L’ascensione non è un distacco, non è la conclusione della vicenda
storica di Gesù. Nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli non si parla di
un addio di Gesù. Egli invece assicura la sua costante presenza: “Io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Il
brano odierno del Vangelo di Marco contiene alcuni dati caratteristici,
i quali vogliono proprio fare risaltare che Gesù risorto continua ad
essere operante nella storia. Egli invia i suoi apostoli nel mondo a
predicare il Vangelo, a battezzare in vista della salvezza, assicurando
che la loro missione sarà accompagnata con segni straordinari: la
cacciata dei demoni, il dono delle lingue, la protezione contro il
veleno degli animali e le bevande avvelenate, la guarigione degli
ammalati per mezzo dell’imposizione delle mani. In realtà con l’annunzio
del Vangelo, con la sua accettazione intervengono fatti straordinari, i
quali stanno a comprovare che Gesù continua ad agire e che, asceso al
cielo, è diventato “signore” della storia degli uomini. Si distacca
fisicamente, ma opera con gli apostoli. La potenza del Risorto
accompagna ovunque l’irradiarsi della predicazione, sostenendone
l’efficacia e confermandola “con prodigi”. La storia della Chiesa mostra
come la presenza del Risorto è attiva, operante continuamente lungo il
corso dei secoli.
Con l’ascensione di Gesù l’umanità entra nell’intimità della vita di
Dio. In Cristo asceso al cielo la nostra umanità è stata innalzata
accanto a Lui. L’ascensione di Gesù è motivo di gioia. Egli ci ha
preceduto nella dimora eterna, dandoci la serena fiducia che dove è lui,
capo, saremo anche noi sue membra, uniti nella stessa gloria. Salendo al
cielo non soltanto non ci ha abbandonati, ma ci ha dato questa certezza,
la quale deve dare vero senso al rapido scorrere della nostra vita. Sarà
la nostra amicizia personale con lui, costantemente curata, che ci
stimolerà a non distogliere il nostro sguardo dalla gioia dell’unione
definitiva con Lui. Ma lo sguardo verso il cielo non ci deve far perdere
di vista gli impegni che abbiamo nel mondo, per renderlo più
affratellato, più giusto, più umano, con la potenza salvifica del
Vangelo.
Anche a noi come agli apostoli Gesù affida il compito del suo annunzio;
annunzio che va effettuato con la nostra parola che mostri profonda
convinzione e con la testimonianza di una vita irreprensibile. Nel
nostro cuore ci deve essere la convinzione che in questa nostra missione
il Risorto opera con noi, per mezzo e con la potenza del Suo Spirito.
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