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In quel tempo mentre alcuni parlavano
del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano,
Gesù disse: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non
resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. Gli domandarono:
“Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per
compiersi?”. Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti
verranno sotto il mio nome dicendo: ‘‘Sono io’’ e: ‘‘Il tempo è
prossimo’’; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di
rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste
cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro: “Si solleverà popolo
contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo
terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e
segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su
di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle
prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio
nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene
in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e
sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né
controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai
parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati
da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo
perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.

COMMENTO
Il brano del Vangelo odierno è di difficile comprensione. Per
poterne cogliere adeguatamente il senso, riteniamo opportuno fare alcune
premesse.
a). Il discorso di Gesù sugli avvenimenti ultimi della storia è
riportato dai tre evangelisti: Matteo, Marco e Luca. Essi sono descritti
con un genere letterario particolare che fa leva su catastrofi e
disgrazie immani, le quali non sono da considerarsi eventi futuri, ma
piuttosto come scenario, clima che mira a sottolineare l’attesa della
venuta finale del Signore.
b) Gesù preannuncia anche la distruzione del tempio di Gerusalemme.Questo
era ritenuto una delle sette meraviglie del mondo. Tra gli israeliti era
comune il proverbio che affermava: “Chi non ha visto Gerusalemme in
tutto il suo splendore, non ha visto nulla di bello nella vita. Chi non
ha visto il Santuario nella sontuosità dei suoi addobbi non sa cosa sia
il fascino di una città”. Ma è da ricordare che per gli ebrei il tempio
era il punto di riferimento per la loro vita e per quella dell’umanità
intera. Ad esso infatti erano connesse la legge di Dio, le sante
prescrizioni del culto. Con la sua distruzione si relazionava la stessa
fine dell’universo. Pertanto l’annunzio di Gesù circa la sua distruzione
desta grande sorpresa nell’animo degli ascoltatori. Da qui la loro
domanda:“Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò
sta per compiersi?”Gesù non risponde alla domanda, ma fa alcuni
avvertimenti significativi, concentrando l’attenzione sul presente. Egli
mette innanzitutto in guardia dai falsi messia, da coloro che vengono
dichiarandosi mandati da Dio, salvatori. Gli atti degli Apostoli ne
menzioneranno due: un certo Teuda (At 5,36) e Giuda il galileo (At
5,37).
d) Nel suddetto contesto Gesù avverte i suoi discepoli che saranno
perseguitati; ma ricorda che Egli sarà sempre con loro: nei tribunali
suggerirà loro le parole opportune per la loro difesa. Essi parleranno
con la forza e la potenza che viene dallo Spirito Santo (cf. Lc 12,12).
Il loro martirio sarà più eloquente della loro predicazione. Le
persecuzioni si trasformeranno in occasione di testimonianza.
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