Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando
il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è
vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della
Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le
reti in mare; erano, infatti, pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi
farò diventare pescatori di uomini”.
E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide
sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre
riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre
Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono
 RIFLESSIONE
Marco ci descrive l’inizio della predicazione di Gesù facendo due
annotazioni: una cronologica; l’altra geografica. La prima precisa che
la missione di Gesù è relazionata a quella di Giovanni Battista; questi
era stato il suo precursore. La seconda indica la regione dove Gesù
inizia la sua attività: la Galilea. E’ la regione settentrionale della
Palestina, chiamata dal profeta Isaia “Galilea dei pagani”( Is 8,23, cf
Mt 4,15). Nell’indicazione della regione si profila l’orizzonte
universale della missione di Gesù. Per Marco la Galilea ha un ruolo
importante. Gesù viene dalla Galilea. Ivi inizia la sua predicazione,
svolge la sua attività principale. Dopo la sua morte e risurrezione
precede i suoi discepoli in Galilea.
Gesù inizia la sua missione proclamando la lieta notizia: “Il tempo è
compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”.
Sono quattro affermazioni che si susseguono l’una all’altra e mettono in
risalto la novità del messaggio annunziato da Gesù.
La prima: “Il tempo è compiuto” è un’espressione che si trova soltanto
in Marco. Il verbo al passivo mostra che la pienezza viene dal di fuori
e che è del tutto nuova. Non si tratta di un susseguirsi normale del
tempo. E’ Dio che riempie il tempo. Questa pienezza avviene in Gesù. La
storia che lo ha preceduto camminava verso di Lui.
La seconda affermazione è: “Il regno di Dio è vicino”. Per l’evangelista
Marco la sovranità di Dio è il concetto centrale della predicazione e
dell’insegnamento di Gesù, connesso intimamente con quello di Vangelo.
Del regno di Dio si parla nell’Antico Testamento. Indica l’azione regale
di Dio, il suo intervento salvifico definitivo. E’ il regno atteso dai
profeti, dal popolo. Gesù ne annuncia l’arrivo nelle sue parole, nelle
sue azioni. Egli, quindi, non è un semplice profeta che annunzia
l’arrivo del regno di Dio; Egli lo annunzia arrivato nella sua persona.
Esso si identifica con Lui. In lui il regno di Dio ha fatto irruzione
nella storia.
La terza affermazione è il richiamo alla conversione. Esso è presente
nella tradizione profetica e nella stessa predicazione di Giovanni
Battista. Ciò che distingue il richiamo di Gesù alla conversione da
quello dei profeti e di Giovanni Battista è il radicale orientamento
alla vicinanza della sovranità di Dio, la quale è sovranità salvifica.
La quarta affermazione concerne l’invito a credere al Vangelo, ad
accettare la buona novella della salvezza che Gesù porta. In Lui è
apparso l’amore salvifico verso l’uomo, verso l’uomo di ogni luogo e di
ogni tempo.
Dopo la descrizione del compendio della predicazione di Gesù,
l’evangelista Marco ci offre, in due brevi scene, la chiamata di due
coppie di fratelli. Si tratta della vocazione e della sequela dei
quattro discepoli più importanti. Ambedue le chiamate sono narrate
secondo lo schema che troviamo già nelle chiamate dell’Antico
Testamento. Una delle caratteristiche nella chiamata di Gesù è la
corrispondenza - assente in quelle dell’Antico Testamento - tra il
mestiere vecchio e il nuovo. I discepoli pescatori di pesci sono
chiamati a diventare pescatori di uomini. Essi abbandonano la loro
professione, i loro familiari. Per la prima coppia si mette in rilievo
l’abbandono del mestiere, per la seconda la posposizione dei legami
familiari: si lascia anche il padre. Le due scene si completano. Pietro
dirà più tardi: ”Ecco, noi abbiamo abbandonato tutto e ti abbiamo
seguito” (10,28).
“Convertirsi”
è cambiare il modo di pensare, di desiderare, di agire. Non è soltanto
smettere di fare il male, ma orientare tutta la vita verso Gesù; fare le
nostre scelte secondo il suo volere. La conversione avviene nella gioia,
perché è conversione alla buona novella che è Gesù stesso. Anche per noi
c’è stata la chiamata. Siamo divenuti discepoli di Gesù. Occorre vivere
da suoi autentici discepoli, cioè rinnovare ogni giorno nella nostra
storia la nostra gioiosa adesione a Lui, cercando la voce che da sempre
ci ha chiamato. Anche a noi è rivolta la promessa:“Vi farò pescatori di
uomini”: E’ l’affascinante esperienza di ogni vero cristiano; è la
grande gioia nel collaborare con Gesù nell’annunzio del suo messaggio
salvifico agli uomini che stanno accanto a noi
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