Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti
successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono
testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho
deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli
inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo,
perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai
ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito
Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle
sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo
solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il
rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione /
e ai ciechi la vista; /
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore”.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi
di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a
dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i
vostri orecchi”.
COMMENTO
La Liturgia odierna offre alla nostra considerazione un brano del
Vangelo di Luca che, omettendo circa quattro capitoli, congiunge il
prologo e l’episodio di Gesù nella sinagoga di Nazaret che legge un
testo del profeta Isaia ed afferma che esso si è realizzato in lui.
Nel prologo Luca precisa la finalità per la quale ha scritto il suo
Vangelo “ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza
fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato”. Non
essendo stato discepolo di Gesù e quindi testimone oculare, egli attinge
a fonti scritte ed a fonti orali. Tra le fonti scritte vi è anche il
Vangelo di Marco. Luca si presenta quindi come l’attento storico,
preoccupato di assicurarsi della solidità delle fonti e di esserne un
fedele trasmettitore. Dedica il Vangelo ad un certo illustre Teofilo,
che, come avviene in altre opere profane, deve essere considerato un
personaggio storico di grande rilievo. Questa dedica, però, ad un solo
personaggio non significa, secondo il costume dell’epoca, che il Vangelo
sia destinato a lui soltanto. Luca intende far conoscere ai cristiani
provenienti dal paganesimo “la solidità degli insegnamenti” nei quali
erano stati istruiti.
Al prologo la Liturgia fa seguire la predica di Gesù nella sinagoga di
Nazaret. Egli è ritornato in Galilea con la potenza dello Spirito Santo
e la sua fama si diffonde in tutta la regione. Insegna nelle sinagoghe e
tutti ne fanno grandi lodi. Si reca a Nazaret, dove era stato allevato;
entra di sabato nella sinagoga e si alza a leggere. Si avvale di un
diritto riconosciuto ad ogni ebreo maschio adulto, quello di fare la
lettura di un brano della Scrittura.
Il testo che Gesù legge è ripreso dal profeta Isaia. Esso si riferisce
alla liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù babilonese. Ma
Gesù, con la meraviglia degli ascoltatori, lo applica a se stesso.
Infatti, terminata la lettura e riconsegnato il rotolo all’inserviente,
messosi a sedere afferma: “ Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi
avete udita con i vostri orecchi”. Ponendo l’accento sull’ “Oggi” su
qualcosa che comincia subito, Gesù dichiara che in lui è arrivata l’era
di remissione, di liberazione: il tempo della benevolenza divina. Egli
porta nel tempo degli uomini la misericordia, la bontà di Dio. Egli
stesso è la benevolenza, la grazia di Dio. L’era messianica è iniziata.
Gesù è il messaggero unto di Spirito per annunziare il tempo della
salvezza. Non si deve attendere più nulla. L’evangelista Luca
tratteggerà la figura di Gesù dal profilo dell’amore che perdona, della
bontà che accoglie il peccatore.
Nel disegno di Dio quello che precede Gesù è in vista di lui, ne è
la preparazione, l’attesa. In Lui le promesse si sono realizzate. La
grazia del Signore, la liberazione dell’uomo in Lui diventa realtà
concreta.
Ma l’ “Oggi” di Gesù è entrato nella storia, è intramontabile; è per
tutti gli uomini. Il tempo presente di ogni uomo è come luogo
privilegiato della venuta del Signore. La Parola di liberazione, di
salvezza cammina nella storia di ogni uomo. L’ Oggi” di Gesù salvatore
si realizza in modo particolare nel mistero eucaristico.
All’annunzio dell’ “Oggi” della salvezza deve corrispondere la nostra
adesione nella vita. L’ “Oggi” di Gesù deve interessare e toccare
effettivamente le nostre decisioni giornaliere.
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