In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del
popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e
disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna". Ed egli rispose: "Non
ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse
lo stesso. Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò. Chi dei due
ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute
vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla
via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le
prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto
queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

COMMENTO
La parabola presentataci dalla liturgia odierna è una composizione
ben strutturata, delineata entro due domande: “Che ve ne pare?” “Chi dei
due ha fatto la volontà del padre?”, le quali sono volte a far prendere
una decisione. Gesù interpella gli ascoltatori, volendone avere una
risposta. Saranno essi stessi ad autocondannarsi. La parabola fa parte
delle tre parabole (dei vignaioli omicidi, degli invitati a nozze), che
sono definite di “rottura”.
Infatti con esse Gesù mette sotto accusa i giudei, particolarmente le
autorità giudaiche, che non lo riconoscono come l’inviato da Dio; anzi
lo respingono, pensando in tal modo di fare onore a Dio (cf Gv 16,2), di
seguire la sua volontà.
Nella parabola odierna – esclusiva di Matteo - i due figli rappresentano
due tipi di ascoltatori a cui Gesù si rivolge: quelli che a prima vista
acconsentono e poi dissentono; quelli che invece non ascoltano e poi
assentono.
I primi sono i giudei, le autorità giudaiche che osservano la legge come
espressione della volontà di Dio, hanno detto sì, ma si oppongono al
disegno di Dio manifestatosi in Cristo. Dicono sì, quando questo sì si
identifica con la loro volontà.Allorché la volontà di Dio si manifesta
in un altro modo, vi si oppongono. La loro colpevole defezione è
presente già ai tempi di Giovanni il Battista; non gli hanno creduto. Il
loro atteggiamento nei riguardi di Gesù è di chiusura ostile. Gli
ascoltatori esecutori sono i pubblicani, le prostitute i quali, a
differenza dei presuntuosi giudei, accettano Cristo. Per loro il suo
messaggio era esigente: richiedeva un cambiamento di vita. Essi si
aprono all’iniziativa di Dio, pentendosi. Sono apprezzati da Gesù non
per la loro maniera di vivere, ma per la loro capacità di aprirsi alla
volontà di Dio.
RIFLESSIONE
a parabola smaschera il nostro comportamento quando si limita a
professare la fede verbalmente, ma di fatto non adempie la volontà di
Dio. Vuole farci comprendere che i veri discepoli di Gesù sono coloro
che fanno la volontà del Padre, che è nei cieli (cf Mt 12,50). “Fare la
volontà del Padre” è un’idea centrale che il Vangelo di Matteo
sottolinea in modo del tutto particolare. Il nostro amore per Dio è vero
quando si manifesta nel compiere quello che piace a Lui. La parabola è
anche un forte richiamo ad essere perseveranti nella nostra fedeltà al
Signore. Tutti possiamo correre il pericolo di diventare figli
disubbidienti. |
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Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
(Salmo
24)
[Testi tratti dall'Archivio generale
in dotazione] |
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