In quel tempo, Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed
ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di
vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché
era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì
su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo,
Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi
devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un
peccatore!”. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io
do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno,
restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è
entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio
dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.
RIFLESSIONE
Il brano del Vangelo odierno ci descrive l’incontro di Zaccheo con Gesù.
Esso avviene in una importante città di confine e di collegamento con i
paesi a sud est della Palestina: la città di Gerico. Ciò fa comprendere
la presenza in essa di pubblicani, funzionari della dogana, del dazio;
persone mal viste, odiate a causa del loro mestiere. I giudei osservanti
li ritengono pubblici peccatori e li evitano considerandoli impuri.
Zaccheo è proprio un pubblicano, anzi l’esattore capo della dogana di
Gerico. E’ ricco e la ricchezza gli proviene dalla sua attività; ad un
esattore di imposte non mancavano le occasioni di arricchirsi a spese di
carovane di mercanti. A proposito di ricchezza va ricordato che Gesù
precedentemente al "notabile" ricco - che gli chiedeva cosa fare per
ottenere la vita eterna -, aveva detto parole forti: “Quanto è difficile
per coloro che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. E’ più
facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco
entri nel regno dei cieli” (Lc 18,24-25). E il giovane ricco ha
osservato i comandamenti fin dalla sua giovinezza (cf. Lc 18,21).
Zaccheo invece è considerato da tutti come peccatore ed egli è
consapevole di essere peccatore, è conscio di avere bisogno di perdono.
Questo suo atteggiamento si manifesta nel desiderio di vedere Gesù. Il
suo mescolarsi in mezzo alla folla, il suo salire su di un sicomoro
indicano il suo interesse per lui.
Gesù lo scorge e prende l’iniziativa: è una iniziativa gratuita. Lo
chiama per nome anche se non l’abbia mai incontrato. Lo invita a
scendere subito dal sicomoro ed esprime la volontà di andare a casa sua
per essere suo ospite. L’atteggiamento di Gesù è delicato; sembra quasi
farsi bisognoso di ospitalità, per potere, poi, perdonare.
La risposta di Zaccheo è caratterizzata dalla gioia: In fretta scese e
lo accolse pieno di gioia. A questa gioia fa contrasto l’atteggiamento
della folla nei riguardi di Gesù: Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È
andato ad alloggiare da un peccatore”. Per loro non è possibile che Egli
abbia contatti con gente ritenuta peccatrice. La folla sembra quasi
rifiutare Gesù, ma Egli non si presta al gioco; la sua missione
salvifica è destinata a tutti, anche ai ricchi.
Gesù non dice nulla a Zaccheo, ma questi comprende. L’incontro con Gesù
lo trasforma, gli fa riconoscere di essere peccatore. Egli cambia vita,
cambia il suo modo di pensare circa la ricchezza: “Ecco, Signore, io dò
la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco
quattro volte tanto. Nel suo cuore adesso non c’è più la ricerca del
guadagno al di sopra di tutto, ma la condivisione con i poveri,
l’osservanza della giustizia. Così il pubblicano Zaccheo diventa la
figura del discepolo di Gesù, che continua il proprio lavoro, ma con un
nuovo modo di esercitarlo.
In risposta ai gesti, ed alle parole di Zaccheo, Gesù davanti a tutti i
presenti afferma: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché
anch’egli è figlio di Abramo;il Figlio dell’uomo infatti è venuto a
cercare e a salvare ciò che era perduto”.
Gesù, pellegrino della misericordia, è venuto a
cercare Zaccheo; ed in lui è venuto a cercare ogni uomo, senza alcuna
distinzione. Per lui esiste l’uomo bisognoso di salvezza. Egli continua
a cercarlo anche oggi e dovunque, in tutti gli strati sociali, per
condurlo alla comunione con Lui.
Gesù cerca anche ciascuno di noi. Solamente Egli sa cosa c’è nel nostro
cuore. Accogliamolo con gioia, lasciandoci trasformare da Lui.
Preghiamolo perché ci distacchi da tutto ciò che impedisce la comunione
con Lui e con i fratelli. |