In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono
Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo
visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo
cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto
quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione,
gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che
fosse concepito nel grembo.RIFLESSIONE
Il brano del Vangelo è il racconto della visita dei pastori a Gesù.
Essi, dopo avere avuto la visione celeste degli angeli, vanno a Betlemme
senza indugio alla ricerca del bambino. Lì, a conferma del messaggio
loro fatto dagli angeli, trovano Maria, Giuseppe e il bambino. Dopo
avere visto il bambino narrano quello che l’angelo aveva loro detto: “
Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è
nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore (Lc
2,11). Narrano anche come al messaggio dell’angelo era seguita la
visione della moltitudine di altri spiriti celesti, che lodavano Dio e
dicevano “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli
uomini che egli ama” (Lc 2,14). Essi comunicano il messaggio di gioia,
di speranza che coinvolge il cielo e la terra. La nascita di Gesù è
gloria di Dio nei cieli, salvezza per gli uomini sulla terra. La
“gloria” esprime la grandezza di Dio, la quale si manifesta nell’azione
di salvezza. Quanto riferiscono i pastori produce stupore, meraviglia in
coloro che li ascoltano. Questi sentimenti trovano una risonanza
singolare in Maria, la madre di Gesù. Il suo cuore è così aperto
all’opera di Dio che sente il bisogno di conservare e meditare tutte le
parole, tutti gli avvenimenti appresi dai pastori.
L’avvenimento di cui i pastori fanno esperienza diventa non soltanto
annunzio, testimonianza, ma anche glorificazione, lode: essi “ritornano
glorificando e lodando Dio”. Il verbo adoperato da Luca “tornare” ha un
significato del tutto particolare: esprime un “tornare” ad un luogo alla
vita quotidiana, ma con il cuore trasformato da un evento di salvezza.
Otto giorni dopo la nascita Gesù viene circonciso secondo la
prescrizione legale: “Quando avrà otto giorni sarà circonciso tra voi
ogni maschio di generazione in generazione” (Gn 17,12). “L’ottavo giorno
si circonciderà il bambino “ (Lv 12,3 ). Mediante la circoncisione Gesù
entra ufficialmente nel popolo di Dio. Insieme alla circoncisione si dà
l’imposizione del nome. Gli è imposto il nome che era stato rivelato
dall’angelo durante l’annunciazione a Maria. Il nome esprime la missione
affidata al bambino, la sua identità, la sua funzione salvifica: Gesù
vuol dire “Il Signore è salvezza”: Egli è la rivelazione vivente
dell’amore di Dio, della benevolenza di Dio per ogni uomo.
Nella scena descrittaci dal brano evangelico domina la figura di Maria,
madre di Gesù. Essa la apre e la chiude.
Oggi la Chiesa celebra la Festa della maternità
divina di Maria. Il Concilio di Efeso nel 431 ha definito questa
privilegio di Maria come verità da credersi da tutti i cristiani.
Nel Nuovo Testamento non troviamo esplicitamente il titolo di Madre di
Dio dato a Maria. Vi troviamo però delle affermazioni che contengono in
nuce tale verità. Maria concepisce il figlio, il quale è il Figlio
dell’Altissimo, Santo e Figlio di Dio (Lc 1,31-32.35). Il Vangelo ci
dice che Maria è madre di un figlio, che è il Figlio di Dio. Cristo
Figlio di Dio ci è dato da Maria.
In virtù dell’incarnazione del Figlio di Dio e della sua azione
salvifica noi diveniamo figli adottivi di Dio e conseguentemente figli
anche di Maria. A lei vogliamo affidare la nostra vita. Sotto la sua
protezione vogliamo mettere tutte le nostre ansie, i nostri desideri, i
nostri bisogni, nella sicurezza che essa, come madre, ci sarà sempre di
aiuto e di conforto. Il vangelo presenta Maria come colei che conserva e medita nel suo
cuore le parole e gli avvenimenti di cui è testimone. Impariamo da Maria
a riscoprire la bellezza del silenzio e della contemplazione dei misteri
divini. ChiediamoLe l’intercessione perché le azioni meravigliose di Dio
portino frutto nella nostra vita.
Il primo giorno dell’anno civile è dedicato alla riflessione sulla
pace. La pace è un dono di Dio: Gesù ce lo ha portato; spetta a noi
custodirlo e farlo crescere. |