In quel tempo, Gesù fu
condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo
aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il
tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che
queste pietre diventino pane».
Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di
ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto
del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta
scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti
porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una
pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova
il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti
i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti
darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli
rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo,
adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed
ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
RIFLESSIONE
Le tentazioni di Gesù, delle quali ci parla
il Vangelo odierno, avvengono dopo che Egli era stato battezzato da
Giovanni Battista nel Giordano. Si dà un passaggio dal Giordano al
deserto. Durante il battesimo lo Spirito Santo era disceso su Gesù sotto
forma di colomba. Egli era stato proclamato Figlio prediletto del Padre.
Il battesimo era stato la sua investitura messianica.
Satana connette le tentazioni proprio con la missione di Gesù quale
Figlio di Dio, quale messia. Per ben due volte insiste sul fatto che
Egli è Figlio di Dio. Il suo intento è quello di distogliere Gesù dal
seguire il disegno del Padre, dal percorrere cioè la via della croce, e
di fargli accettare invece il ruolo di un messia terreno, trionfatore.
In realtà la tentazione di un messianismo prodigioso accompagnerà
l’intera vita di Gesù. La gente, i suoi concittadini e persino gli
stessi apostoli lo vogliono messia potente, rivestito di gloria umana.
Perfino sulla croce Gesù fu tentato di seguire la strada di un
messianismo prodigioso: “Se è re d’Israele scenda ora dalla croce e gli
crederemo” (Mt 27,42).
Lo scenario delle tentazioni è costituito da tre sequenze: il deserto;
il tempio di Gerusalemme; un monte altissimo. In questo scenario si
svolge il drammatico dialogo tra Gesù e satana. Le tentazioni sono
costituite da tre proposte: il miracolo della trasformazione delle
pietre in pane; la prospettiva allettante di segni prodigiosi;
l’attrattiva del potere. Sono tentazioni sottili ed astute. In esse si
riscontra una progressione. Dal procurarsi il pane dopo un estenuante
periodo di digiuno sino allo sfacciato invito ad un gesto di idolatria.
«Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi
adorerai».
Le risposte di Gesù sono lapidarie. Egli respinge la triplice
tentazione facendo esplicito richiamo alla parola della S. Scrittura,
quale espressione della volontà del Padre; significativa è l'insistenza
nella sua risposta sul “sta scritto”: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma
di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”; ‘‘Non metterai alla prova
il Signore Dio tuo”; “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai
culto”.
La parola della S. Scrittura rimanda a Dio come l’assoluto, come l’unico
Signore che occorre adorare e servire; rimanda alla fedeltà a Dio.
Gesù, vincendo le tentazioni, ristabilisce il ruolo proprio di Dio. A
guidare le sue scelte non sono le proposte ingannevoli di satana, ma la
volontà del Padre celeste.
Il messaggio che ci viene dal Vangelo di oggi è la scelta seria e
decisiva del primato di Dio, della sua volontà. Se l’uomo non si
conforma al piano di Dio, si fa disponibile per un’altra signoria:
quella di satana. E’ un messaggio che spesso ci fa comodo non capire o
dimenticare perché nel nostro cuore ci sono tanti idoli, ai quali ci
prostriamo volentieri. La tentazione di un cristianesimo accomodante,
pieno di continui compromessi, riaffiora costantemente nella nostra
vita.
La Chiesa, invitandoci a riflettere sulle tentazioni di Gesù, ci stimola
ad entrare con Lui nel deserto per imparare da Lui il segreto della
vittoria sul male. Solamente prendendo sul serio il primato di Dio nella
nostra vita; soltanto conformandoci alla sua volontà è possibile fare
esperienza viva della Pasqua e risorgere con il Signore a vita nuova.
Siamo pertanto sollecitati a rivedere seriamente il nostro modo di
vivere. Nella Liturgia delle ceneri con cui l’altro giorno si è iniziato
il cammino quaresimale la Chiesa ci ha rivolto l’invito pressante a
riconciliarci con Dio: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi
riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20). E’ un invito che non dobbiamo far
cadere nel vuoto.
Facciamo il cammino quaresimale con la seria convinzione che la vittoria
di Gesù su satana è diventata la nostra vittoria. In Gesù, che ha
assunto la nostra umanità, è presente ogni uomo chiamato alla vittoria
sul peccato. Egli è con noi per lottare contro il male che è dentro di
noi ed anche fuori di noi
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