«Non sia turbato il vostro cuore.
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio
vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un
posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo
e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo
dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo
conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la
vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto
me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete
veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli
rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto,
Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire:
“Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che
rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il
Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità,
in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io
compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
RIFLESSIONI SULLE LETTURE
DELLA QUINTA DOMENICA DI PASQUA -ANNO A
secondo il lezionario della chiesa cattolica latina
Atti degli Apostoli 6, 1-7
1° lettera di Pietro 2,4-9
Vangelo di Giovanni 14, 1-12
La prima lettura ci presenta una situazione molto umana nella prima
comunità cristiana di Gerusalemme: dei contrasti e delle gelosie, tali e
quali quelli che forse sperimentiamo anche noi oggi nelle nostre
comunità. Non dobbiamo mitizzare la chiesa primitiva, come non dobbiamo
scandalizzarci per quello che può accadere anche oggi. Sotto la guida
dello Spirito i problemi si risolvono: la scelta dei Sette (i diaconi?)
sembra all’origine del ministero diaconale, largamente esercitato nella
chiesa anche da parte di chi non ha ricevuto l’ordinazione al diaconato.
Oggi comunque si discute molto della possibilità che anche la donna, che
esercita tanti servizi nelle nostre comunità cristiane, possa essere
ordinata al diaconato. In Germania è in corso un Sinodo che ha
all’ordine del giorno proprio il problema dell’ordinazione della donna
ai ministeri. Uno dei tanti ritardi nella chiesa cattolica di cui
parlava il card. Martini e che speriamo possano essere presto colmati.
La giustificazione data di questa scelta dei Sette sta nel fatto che gli
apostoli (o i Dodici) devono attendere all’orazione e alla predicazione.
Ma come ci raccontano gli stessi Atti degli apostoli subito dopo vedremo
come l’imprevedibilità dello Spirito fa di Stefano il miglior
predicatore, che affascina chi lo ascolta ben più degli apostoli, e che
per questo sarà condannato a morte come bestemmiatore.
Abbiamo poi ascoltato la seconda lettura, della quale invito ad
assaporare ogni singola espressione. Il popolo dei battezzati partecipa
di un unico sacerdozio santo, quello di Cristo, e si pone così come
intermediario fra Dio e tutta l’umanità (e per questo, nella sua
preghiera, prega anche a nome di tutta l’umanità e di tutto l’universo).
Ma esso, come sappiamo, è anche popolo profetico e regale, partecipando
oltre che del sacerdozio, anche del profetismo e della regalità di
Cristo. Il Signore Gesù è la Pietra a fondamento della chiesa, Simon
Pietro partecipa di questa missione, così come noi tutti che siamo
pietre vive per un edificio santo. Questo ci chiede di valorizzare nella
chiesa i doni di tutti, perché tutti siamo chiamati a essere al servizio
gli uni degli altri.
Infine, il vangelo, una delle pagine più alte della Scrittura. Dopo la
definizione della morte come “il passaggio da questo mondo al Padre” (Gv
13,1), qui abbiamo una seconda definizione della morte: Gesù che va a
prepararci un posto e che tornerà a prenderci con sé. E subito fa
seguito l’affermazione che vedendo Gesù, noi vediamo il Padre, e che Lui
è la via, la verità e la vita: la via, perché attraverso di Lui andiamo
al Padre, la verità, perché è il culmine della Rivelazione divina, la
vita, perché ci alimenta con i suoi sacramenti. “Credete a me: io sono
nel Padre, e il Padre è in me”: il mistero della comunione trinitaria
che non abbiamo mai finito di comprendere.
(Don Giovanni Cereti)
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