In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo,
domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa,
altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei
tu, Simone, figlio di Giona, perchè nè carne nè sangue te lo hanno
rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro
e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi
non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò
che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
RIFLESSIONE
Il brano evangelico si può definire il testo sull’identità di Gesù e
sul primato di Pietro. Gesù vuole conoscere cosa pensa la gente di lui.
Fa un sondaggio – inchiesta sulla sua persona. La domanda che egli pone
riguarda il Figlio dell’uomo. L’espressione “Figlio dell’uomo” è
designazione messianica, connota il Messia con le sue prerogative umane
e divine. Gesù fa riferimento ad essa nei momenti più solenni e
difficili della sua vita ( cf Mt 10,23; 13,41; 16,28; 19,28; 24,27. 30;
26,64). Nella risposta degli apostoli, la quale riporta l’opinione della
gente, sono enumerati quattro modelli: Giovanni Battista, Elia, Geremia,
uno dei profeti. La gente ha ascoltato il messaggio di Gesù, ha visto i
suoi miracoli; ha scoperto in lui un personaggio relazionato al Messia;
però non ha saputo cogliere la sua vera identità. Gesù, nel porre la
domanda agli apostoli “Voi chi dite che io sia?”, è interessato a
conoscere se gli apostoli hanno compreso il suo “mistero”, ma anche a
svelarlo. Alla domanda risponde Pietro come rappresentante dei suoi
colleghi: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Pietro riceve
l’elogio del maestro. Il riconoscimento della messianicità e della
divinità di Gesù è una rivelazione del Padre. Gesù l’aveva detto in
precedenza che solamente il Padre conosce il Figlio (Mt 11, 27).
Gesù cambia il nome a Simone; lo chiama roccia, pietra. Secondo la
tradizione biblica il cambiamento del nome comporta l’assegnazione di
una speciale missione da svolgere nel piano della salvezza. La
designazione “Pietro” significa che egli è la roccia , il fondamento su
cui si costruisce la Chiesa. E lo è in quanto ha confessato Cristo come
Figlio di Dio. La vera pietra di sostegno della Chiesa è sempre Cristo (cfr.At
4,11; Rm 9,33;15,20; 1 Cor 10,4; 1 Pt 2, 4-7). Ma accanto a lui e con
lui c’è anche Pietro. La Chiesa affidata a Pietro non deve temere nessun
attacco. Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Con la
metafora delle chiavi Gesù esplicita la missione di Pietro. La consegna
delle chiavi nella tradizione biblica significa trasmissione di poteri.
Pietro riceve le chiavi del regno dei cieli. Egli diventa il
responsabile del regno. Se apre si può entrare; se chiude si resta
fuori. Egli, però, apre e chiude rispettando le intenzioni di Cristo. La
potestà affidatagli abbraccia anche l’interpretazione dell’insegnamento
di Gesù. Ciò che va sottolineato è che tutto quello che Pietro farà e
dirà come rappresentante di Cristo in terra riceverà la ratifica divina.
Successore di Pietro è il Papa.
La domanda di Gesù: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”
cammina nella storia dell’umanità. Essa è posta a ciascuno di noi. Gesù
ci interpella personalmente: “ Tu cosa pensi che io sia?”. Attende una
risposta. Questa ci coinvolge totalmente perché è la risposta che
occorre dare a Gesù, Figlio di Dio, Dio come il Padre e lo Spirito
Santo. Porsi pertanto la domanda con tutta sincerità: “chi è Cristo per
me” significa chiedersi quale posto egli occupa nella mia vita, nelle
mie scelte quotidiane, nel mio tempo, nei miei pensieri.
Dal vangelo odierno siamo poi invitati a prendere coscienza della
missione di Pietro e dei suoi successori nella Chiesa. In Pietro e in
ogni suo successore si incontra la presenza di Cristo, la presenza di
colui che annunzia e interpreta nella Chiesa il messaggio salvifico di
Cristo. Questo esige piena comunione con il successore di Pietro, il
Papa, sincera ubbidienza a lui. |