In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la
bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della
Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual
è il grande comandamento».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con
tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo
comandamento.
Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te
stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i
Profeti».COMMENTO
Il brano del vangelo odierno si inquadra nella controversia degli
avversari di Gesù, della quale ci hanno parlato i testi del Vangelo
nelle scorse domeniche.Si escogita un nuovo tentativo per
comprometterlo, per metterlo alla prova. Sono i farisei ad
architettarlo, dopo un’apposita loro comune riunione: il quesito da
porgli è frutto di una strategia ben studiata assieme. Viene inviato un
dottore della legge, cioè una persona competente nella S. Scrittura; che
conosce, quindi, ciò che la legge prescrive. L’oggetto sul quale si
vuole cogliere in fallo Gesù riguarda la questione relativa al più
grande comandamento della legge. Il tranello si comprende se si tiene in
conto che il problema dell’esatta determinazione del “più grande
comandamento nella legge” costituiva una preoccupazione dell’antica
tradizione giudaica. Questa aveva fissato 613 precetti, dei quali 365
negativi e 248 positivi, i quali non erano posti sullo stesso livello.
Tra tanti precetti si voleva trovare un principio unificatore delle
varie prescrizioni di Dio. Nella sua risposta, Gesù cita lo Shemà, la
preghiera che il pio israelita recita più volte al giorno, soprattutto
al mattino e alla sera (cfr Dt 6,4-9; 11,13-21; Nm 15,37-41): la
proclamazione dell’amore integro e totale dovuto a Dio, come unico
Signore. L’accento è posto sulla totalità di questa dedizione a Dio,
elencando le tre facoltà che definiscono l’uomo nelle sue strutture
psicologiche profonde: cuore, anima e mente. Il termine mente, diánoia,
contiene l’elemento razionale. Dio non è soltanto oggetto dell’amore,
dell’impegno, della volontà e del sentimento, ma anche dell’intelletto,
che pertanto non va escluso da questo ambito. E’ anzi proprio il nostro
pensiero a doversi conformare al pensiero di Dio.
In tale contesto si inserisce il tranello dei farisei. Si vuole
conoscere il pensiero di Gesù su questo scottante problema.
Gesù dà una risposta nuova, originale. La novità non consiste
nell’individuare il principio unificatore di tutti precetti nell’amore
verso Dio. Questo infatti costituiva il nucleo essenziale del credo
biblico; ciò era riconosciuto da tutti. Ogni ebreo due volte al giorno
proclamava che il Signore è uno solo e che occorre amarlo con tutto il
cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente (cf Dt 6,4-5). La novità
consiste nel fatto che Gesù stabilisce una relazione di somiglianza tra
l’amore verso il prossimo – già segnalato nel Levitico ( Lv 19,18) – e
quello verso Dio. Egli mantiene la scala dei valori: vi è il primo
comandamento che è il più grande di tutti ed è quello che prescrive
l’amore verso Dio. Vi è un secondo comandamento che prescrive l’amore
verso il prossimo, anche verso il proprio nemico (cf. Mt 5,43-48). Gesù
assimila l’amore verso il prossimo al primo e massimo comandamento in
quanto lo colloca nella stessa categoria di principio unificatore
fondamentale. Questi due comandamenti sono uniti tra di loro proprio in
questa loro funzione di principio unificante di tutti i precetti. Su
essi poggia l’intera rivelazione biblica: la legge ed i profeti. La
volontà di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti, ha la sua più
alta espressione nell’amore verso Dio e nell’amore verso il prossimo. In
altre parole, i due comandamenti uniti tra di loro costituiscono il
criterio fondamentale per interpretare la volontà di Dio. Gesù, nel dare
la risposta ai, non soltanto mette in guardia contro il formalismo
farisaico, ma determina i due principi fondamentali per interpretare ed
attuare la volontà di Dio. |