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21 febbraio 2021

I Domenica di Quaresima
(Anno B)

Dal vangelo secondo Marco (1,12-15)

In quel tempo lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.

 

 

COMMENTO
Nel brano del Vangelo odierno possiamo distinguere due parti: il racconto delle tentazioni di Gesù e l’annuncio del regno di Dio. Il primo, quello relativo alle tentazioni, è molto sintetico. A differenza degli altri evangelisti Marco non ci dice in che cosa sia consistita la tentazione. Egli concentra la sua attenzione sugli elementi essenziali: Gesù è spinto dallo Spirito nel deserto, cioè dallo stesso Spirito che era disceso su di lui nel momento del battesimo (v.10). Ciò indica che lo Spirito ha come scopo la sconfitta di satana, che lo Spirito porta Gesù all’interno della storia, all’interno della lotta che in essa si svolge. In altri termini, Gesù si lascia coinvolgere nella lotta tra il bene e il male. Diventa solidale con l’uomo.
La tentazione avviene nel deserto. Nel Vangelo di Marco il deserto connota il luogo della preghiera solitaria (1,35), del rifugio che sottrae alla folla (1,45), del riposo (6,31), della moltiplicazione dei pani (6,35).
La durata della tentazione è ricca di suggestioni bibliche. Il numero “quaranta” denota il tempo dell’oppressione, ma anche quello del cammino verso la salvezza: i quaranta giorni del diluvio ( Gen 7,12), i quaranta anni del popolo di Israele nel deserto (Sal 95, 10), i quaranta giorni di Mosè sul Sinai (Es 34,28), i quaranta giorni del cammino di Elia nel deserto (1 Re 19,8).
La convivenza con gli animali selvaggi, l’approvvigionamento da parte degli angeli designano una situazione paradisiaca. Gesù è presentato come il nuovo Adamo che resiste alla tentazione, che apre il paradiso perduto dal primo Adamo a causa del peccato. Egli vive i rapporti con gli animali e con gli angeli come si realizzavano prima del peccato. Vincendo satana, Gesù rinnova l’universo, rappacifica la creazione; riapre il dialogo tra gli uomini e Dio.
Gesù dopo l’esperienza del deserto, dopo la vittoria su satana inizia la sua predicazione, annunzia il regno di Dio. In questo annunzio l’accento è posto sui verbi, i quali sottolineano la novità del regno e l’urgenza del cambiamento davanti ad esso: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo”. Il tempo dell’attesa è trascorso; la salvezza divina è entrata nella storia. Occorre prenderne coscienza e convertirsi mediante un cambiamento radicale, totale di vita.

RIFLESSIONE
Siamo entrati nel periodo della Quaresima, periodo che è come un lungo itinerario attraverso le asprezze del deserto. Il deserto è il luogo dell’essenzialità, del silenzio dove l’uomo è costretto a guardarsi dentro, a stare solo con se stesso per incontrare Dio ed accogliere il dono della salvezza.
La Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia. E’ un pellegrinaggio in cui Egli stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra povertà, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua (cf .Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2006).
La Quaresima ci richiama ad una conversione autentica, cioè a quella conversione che, prendendo sul serio Dio, gli dà sempre il primo posto nella vita, allontanando satana, il peccato. Siamo sollecitati a rivedere seriamente il nostro modo di vivere. Nella Liturgia delle ceneri con cui l’altro giorno si è iniziato il cammino quaresimale la Chiesa ci ha rivolto l’invito pressante a riconciliarci con Dio: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20). E’ un invito che non dobbiamo far cadere nel vuoto.
In questa prospettiva facciamo il cammino quaresimale con la convinzione che la vittoria di Gesù su satana è diventata la nostra vittoria. In Gesù, che ha assunto la nostra umanità, è presente ogni uomo chiamato alla vittoria sul peccato. Egli è con noi per lottare contro il male che è dentro di noi. In merito ricordiamo le belle parole di S. Agostino:
“Egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da satana. Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l’umiliazione, da sé la tua gloria, dunque, prese da te la sua tentazione, da sé la sua vittoria. Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Egli avrebbe potuto tenere lontano da sé il diavolo, ma se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato” (dal “Commento sui salmi” di Sant’Agostino). Gesù viene oggi esattamente dove siamo, lì, nelle nostre lotte, nelle nostre sofferenze, nelle nostre angosce.

Allo stesso tempo prendiamo coscienza che la Quaresima deve riproporre a ciascuno di noi la via del “silenzio”, la quale non è altro che un aspetto dell’esperienza del deserto, dove si incontra Dio. Il dinamismo della società odierna, gli affanni quotidiani non ci aiutano a scoprire quello che c’è da cambiare nella nostra vita ed a effettuare un’autentica conversione a Dio.

 

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
(Salmo 24)