In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò:
“Qual è il primo di tutti i comandamenti?”.
Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è
l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è
altro comandamento più importante di questi”.
Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità
che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il
cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come
se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”.
Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei
lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più coraggio di interrogarlo.

COMMENTO
di don Giovanni Cereti Rettore della Confraternita di san Giovanni dei
Genovesi in Roma
Nella prima lettura, che ha come ogni domenica il compito di aiutarci a
comprendere meglio il passo evangelico che ci viene proposto, risuona
per due volte un invito all’ascolto. L’autore sacro è pienamente
cosciente dell’importanza di quanto sta per affermare, e che è al cuore
della fede del popolo ebraico come lo sarà per il popolo cristiano.
Unico è il Signore nostro Dio. Di conseguenza “Tu amerai il Signore, tuo
Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Deut
6, 5).
Questo insegnamento era certamente ben conosciuto dallo scriba che va a
interrogare Gesù, forse per accertarsi della sua ortodossia. La risposta
di Gesù contiene comunque due novità. La prima sta nell’aggiunta “con
tutta la tua mente”, quasi ad indicare che il Signore deve essere amato
in una maniera razionale, escludendo ogni forma di fanatismo o di
irrazionalità. La seconda aggiunta riguarda il “secondo comandamento”, e
cioè quello dell’amore del prossimo. Praticando questo amore noi
possiamo onorare Iddio, e anzi è questa l’unica forma in cui possiamo
dimostrare veramente il nostro amore al Signore.
Le parole di Gesù sono pienamente approvate dallo scriba, che aggiunge
che l’amore di Dio e del prossimo “vale più di tutti gli olocausti e i
sacrifici”, così come Gesù approva le parole dello scriba, concludendo
che non sei lontano dal regno di Dio”. Una conclusione che dovrebbe
indurci a sentire come nella sostanza la fede dell’ebreo e la fede del
cristiano in profondità possono coincidere, nel comune impegno a vivere
nell’amore di Dio e degli altri.
Una conclusione che può essere confermata dalla seconda lettura, un
passo della lettera agli ebrei, o meglio agli ebrei che hanno
riconosciuto in Gesù il Messia, il Servo sofferente di cui parlava il
profeta Isaia: non ha bisogno di offrire sacrifici per i peccati, perché
ha offerto se stesso sulla Croce, nella sua passione e morte.
|
 |
Ti amo, Signore, mia forza
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
(Salmo
17)
|
|