In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a
Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo,
Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene
colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei
sandali.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche
lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra
di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una
voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio
compiacimento».

COMMENTO
La Festa del Battesimo di Gesù viene celebrata dalla Liturgia dopo
quella dell’Epifania. La sua motivazione può essere trovata nel fatto
che anche il Battesimo di Gesù è una epifania: esso infatti è la grande
rivelazione di Gesù, della sua missione salvifica. Da qui l’importanza
attribuita a tale fatto, che ci viene riferito non soltanto dalla
tradizione sinottica (Mt 3,13.17; Mc 1,7-11, Lc 3,21- 22), ma anche dal
Vangelo di Giovanni (Gv1,29-34).
Nella festa dell’Epifania Gesù ci viene presentato dall’evangelista
Matteo come colui che si manifesta salvatore di tutti gli uomini. Nella
festività del Battesimo, Gesù ci appare in uno stato di umiliazione
poiché si sottopone al battesimo di pentimento o di conversione di
Giovanni Battista. In quest'atto di umiliazione si dà la proclamazione
del compiacimento del Padre nei suoi confronti.
Nella descrizione del Battesimo di Gesù offertaci dall’evangelista Luca
possiamo distinguere due parti.
Nella prima è descritta l’attesa del Messia. Giovanni Battista con il
peso della sua personalità e della sua predicazione suscitava nella
folla la convinzione che egli potesse esserlo: tutti pertanto si
chiedevano se non fosse lui il Messia. Giovanni precisa la sua identità:
non è il Messia e sottolinea la differenza tra il suo battesimo e quello
che darà Gesù. Questi battezzerà in “Spirito Santo e fuoco”.
L’espressione “in Spirito Santo”allude alla forza rinnovatrice e
santificante che lo Spirito Santo opererà nel battezzato. Essi
diventeranno uomini nuovi. Il “fuoco” allude alla purificazione che il
battesimo opera, ma anche al suo potere discriminante: esso infatti
opererà in modo definitivo la discriminazione tra il bene ed il male.
Nella seconda parte Giovanni scompare dalla scena: è arrivato chi è più
forte di lui. La sua figura si eclissa nel momento in cui compare Gesù.
Così Luca fa risaltare che tra Giovanni e Gesù vi è un netto distacco
nella storia della salvezza. Il Battista appartiene all’Antico
Testamento.
Nella scena primeggia Gesù. L’evangelista non descrive il battesimo di
Gesù. Vi fa un accenno quasi di passaggio, al fine di far vedere che il
battesimo di conversione somministrato da Giovanni Battista rende Gesù
solidale con l’uomo peccatore. L’evangelista accentua invece la
teofania, ossia la manifestazione divina del Padre che si compiace del
suo Figlio prediletto: il cielo si apre e scende su Gesù lo Spirito
Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi è una voce dal cielo:
“Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
L’apertura del cielo indica la nuova rivelazione che Dio fa di se
stesso; è la comunicazione dello Spirito Santo. L’accentuazione della
visibilità dello Spirito Santo, sottolineata con le parole “in apparenza
corporea, come di colomba”, è proprio di Luca e mette in risalto che non
si tratta di un’apparizione soggettiva, ma di una realtà visibile. La
tangibilità dell’esperienza della discesa dello Spirito Santo è espressa
attraverso “la colomba”. Ormai la storia dell’alleanza è entrata in una
fase nuova. Il dono dello Spirito sarà per ogni credente.
La manifestazione divina avviene mentre Gesù si trova in preghiera
davanti al Padre suo. Ciò è sottolineato soltanto da Luca. La teofania è
una quasi risposta alla preghiera di Gesù. Gesù con il suo battesimo
intraprende la via che lo porterà alla morte in croce. Egli chiamerà
“battesimo” la sua passione e morte: “C’è un battesimo che devo ricevere
e come sono angosciato, finché non sia compiuto” ( Lc 12,49).
RIFLESSIONE
Il valore del Battesimo di Gesù per la vita della Chiesa ci è confermato
dagli Atti degli Apostoli. Vogliamo qui riportare quanto Pietro
testimonia nella casa del centurione prima di introdurlo nella Chiesa:
“Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando
dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, cioè come Dio
consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò
beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del
diavolo, perché Dio io era con lui” ( At 10,37-38). Nel battesimo Gesù è
consacrato a servizio degli uomini, i quali stanno sotto il potere del
diavolo; servizio di amore che salva l’uomo dal peccato.
La celebrazione liturgica del battesimo di Gesù è un richiamo al nostro
battesimo; siamo invitati a fare memoria del nostro battesimo che ci ha
rigenerati a nuova vita. Siamo chiamati a riscoprire ogni giorno la
grandezza, la bellezza della nostra vocazione battesimale. Dobbiamo
prendere coscienza che il nostro battesimo non è un evento storico
concluso nel tempo. La trasformazione che esso ha prodotto in noi deve
essere vissuta continuamente. Morti al peccato dobbiamo vivere per Dio
in Cristo (Rm 6,11).
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