Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe
finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come
anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse loro:
“Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione”.
Poi aggiunse: “Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a
dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un
viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall’interno
gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini
sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se
anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene
quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate
e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi
bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un
pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo,
gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare
cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo
Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”.

RIFLESSIONE
Nel Vangelo di Matteo il “Padre Nostro” è inserito nel contesto dei
vari ammaestramenti del discorso della montagna (cf Mt 8,9-13).
L’evangelista Luca ce lo presenta come risposta di Gesù ad uno dei suoi
discepoli, che dopo averlo visto immerso nella preghiera, gli rivolge la
richiesta sul modo come occorre pregare.
I discepoli erano impressionati dal modo come Gesù pregava; essi quindi
non apparivano soddisfatti delle preghiere usuali dei giudei. Vogliono
pregare come pregava Gesù.
L’evangelista Luca facendo sorgere il desiderio di pregare dall’esempio
di Gesù, vuole mettere in evidenza che la nostra preghiera deve
assomigliare a quella di Gesù. L’invocazione “Padre” senza alcuno
aggettivo è precisamente quella tipica di Gesù. Tutte le sue preghiere
riportate dai Vangeli iniziano con lo steso termine Padre .E’ la parola
più idonea con la quale si sta davanti a Dio, vale a dire davanti a un
Dio affettuoso, vicino, che ti ama. Questo rapporto filiale nei
confronti di Dio è caratteristico della preghiera cristiana.
Chi fa il raffronto tra il Vangelo di Matteo e quello di Luca costata
che nel testo trasmessoci da Matteo la preghiera ha sette petizioni;
invece in quello tramandatoci da Luca ne ha solamente cinque. Questa
differenza deriva con massima probabilità da diverse tradizioni
liturgiche.
Prescindendo da questo problema, vogliamo attirare la nostra attenzione
sul fatto che Gesù insegnando la preghiera del Padre nostro indica il
contenuto di una preghiera caratteristica del cristiano, e quindi di una
preghiera che dobbiamo recitare con frequenza, ogni giorno,
particolarmente in famiglia.
La parabola che Egli riporta per delucidare il modo come dobbiamo
pregare è tratta dalla vita palestinese. Il suo pensiero fondamentale
non sta anzitutto nel fatto che dobbiamo pregare con ostinazione, con
insistenza perché siamo esauditi, ma nel mettere in luce che la nostra
preghiera deve essere piena di fiducia, che cioè Dio prende sul serio la
nostra richiesta.
Alle volte costatiamo che questa affermazione è smentita dai fatti:
abbiamo chiesto e non abbiamo ottenuto. A tale riguardo dobbiamo
ricordarci che Dio ha un progetto di amore verso ciascuno di noi, che
mira sempre al nostro vero bene. Le nostre richieste possono essere in
contraddizione con esso. Va preso in considerazione anche che alle volte
a questo progetto di amore si può opporre la libertà dell’uomo cattivo.
Tuttavia, dobbiamo essere certi che Dio non trascura mai le nostre
richieste. Gesù ci invita a chiedere il suo Spirito, lo Spirito Santo,
che ci darà la luce e la forza per comprendere il piano di amore di Dio
nei nostri riguardi e vivere in modo positivo e sereno la nostra vita
quotidiana, nonostante le sue difficoltà.
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