Sequenza
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella
fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O
luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza
la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava
ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega
ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona
ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona
virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna
|
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano
chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei
Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto
questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al
vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo
Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati;
a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

COMMENTO
Negli Atti degli Apostoli S. Luca nel descriverci l’evento della
discesa dello Spirito Santo sugli apostoli mette in evidenza lo stupore
che pervade la folla. Lo Spirito Santo infatti discende tramite
manifestazioni prodigiose sorprendenti. Anche se queste mancano lo
Spirito Santo opera continuamente nella storia. Compie prodigi nel cuore
dell’uomo. Con la sua effusione si apre l’era nuova: è l’era della
perenne azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e nel mondo.
Il brano del vangelo di Giovanni che la liturgia odierna ci propone
mette in risalto il dono dello Spirito Santo per la remissione dei
peccati. Cerchiamo di fare qualche riflessione in merito per cogliere la
ricchezza del testo evangelico.
La prima idea che vogliamo sottolineare è che Gesù apparendo agli
apostoli per ben due volte li saluta con le parole “Pace a voi”. Nella
tradizione ebraica l’espressione indica un augurio, che comprende tutti
i beni che si possono sperare. Gesù non esprime un augurio, ma dà la
pace, la quale non è una realtà puramente psicologica; essa è basata sul
possesso della verità che Egli ha annunziato; è il frutto del suo
sacrificio; non è legata più alla sua presenza corporale, ma alla
vittoria sul mondo ( Cf Gv 16,33); è protezione divina che rende gli
apostoli capaci di superare lo scandalo della croce, gli ostacoli che
incontreranno nella loro attività apostolica.
E’ importante, poi, evidenziare che Gesù apparendo mostra le mani ed il
costato trafitti. Con questo gesto intende dimostrare non solamente che
Egli è lo stesso Gesù che hanno visto sulla croce, ma anche che la croce
non può essere eliminata: la risurrezione suppone la croce. La Passione
resta sempre il segno dell’amore sconfinato di Dio per l’uomo.
Gesù conferisce agli apostoli la stessa missione che ha ricevuto dal
Padre. Egli se ne va, ma la missione salvifica datagli dal Padre deve
continuare nella storia di ogni uomo, di ogni luogo; spetta agli
apostoli ed ai loro successori continuare a svolgerla. La missione è
accompagnata con il dono dello Spirito Santo per la remissione dei
peccati. E’ significativo l’alito sugli apostoli. Si dà un richiamo al
racconto della creazione dell’uomo (Gn 2,7). Dio alitò sul volto del
primo uomo e questi divenne un essere vivente. Così Gesù alita sui suoi
apostoli e dà lo Spirito Santo. Il dono dello Spirito mediante l’alito
di Gesù costituisce una nuova creazione, che trasforma l’uomo
interiormente.
Il potere di rimettere i peccati nella teologia giovannea è
un’irradiazione del Figlio dell’Uomo costituito Giudice (cf. Gv 3,19;
5,27; 9,39; 12,31-32; 17,2). Gli apostoli pertanto ricevono un autentico
potere giudiziario. Nelle parole di Gesù la Chiesa ha veduto il
fondamento del potere di rimettere i peccati con il sacramento della
riconciliazione.
L’odierna solennità è occasione propizia per diventare sempre più
consapevoli della presenza dello Spirito nella vita della Chiesa e in
ciascuno di noi. Lo Spirito Santo è fonte di vita nuova e di gioia.
In virtù del battesimo siamo stati trasformati dallo Spirito, diventando
figli di Dio. Trasformati dallo Spirito siamo chiamati a camminare
secondo lo Spirito (Cf Gal 5,13-26). Il peccato è una potenza che ci
sovrasta. Lo Spirito Santo viene in aiuto della nostra debolezza (Rm
8,26), di qualsiasi debolezza e ci rende forti contro il male, audaci
testimoni del Vangelo.
Con il battesimo lo Spirito Santo ci ha immesso nella Chiesa, in cui
ciascuno di noi ha un compito specifico. I doni dello Spirito sono
diversi, ma tutti sono dati per il bene della Chiesa (1 Cor 12,3 -
7.12-13).
Lo Spirito è fonte di vita nuova. Egli abita in noi (Rm 8,11). Ci
attesta che siamo figli di Dio (Rm 8,16). Prega , intercede dentro di
noi con insistenza, con gemiti inesprimibili (Rm 8,26).
Tutta l’azione dello Spirito consiste nel farci accedere a Dio, nel
metterci in comunione con Lui, nell’aprirci i Suoi segreti, nel farci
conoscere Gesù, nel professare la nostra fede in Lui, nel confessare che
Egli è “ il Signore” (1 Cor 12, 3). Possedendo lo Spirito non abbiamo da
temere niente; nulla al mondo potrà condurci alla perdizione.
Oggi vogliamo prendere coscienza in modo particolare che lo Spirito ci
viene effuso per la remissione dei peccati nel sacramento della
confessione o riconciliazione. Da qui il desiderio di accostarci a
questo sacramento con frequenza per ricevere il perdono divino e grazie
abbondanti che ci aiutano a vivere da veri cristiani nel nostro mondo. |