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3 settembre 2023

XXII Domenica del tempo ordinario
(Anno A)

Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27)

 

 
 

COMMENTO
La prima profezia di Gesù sulla sua passione avviene dopo la scena di Cesarea di Filippo, dopo la domanda rivolta agli apostoli sulla sua identità. In realtà molti avvenimenti realizzatisi precedentemente alludevano alla passione di Gesù. Gli apostoli non ne avevano afferrato il messaggio. Essi si attendevano posti di onori. Gesù comincia a prepararli apertamente allo scandalo del Golgota. Precisa tutto: il luogo della passione, la condanna a morte, la risurrezione dopo tre giorni. La sorpresa, il disagio degli apostoli sono immediati ed espressi nelle parole di Pietro: “ questo non ti accadrà mai”. Egli ha riconosciuto Gesù come Messia Figlio di Dio, ma non può accettare un Messia umiliato e perdente; si oppone alla sua morte ignominiosa. La reazione di Gesù è forte e inequivocabile. Il modo di pensare di Pietro è satanico; quanto egli dice si muove nella stessa linea del diavolo tentatore ( Mt4,14). La salvezza poteva essere effettuata in molti modi. Dio ha scelto la via della croce. E’ la via dell’amore infinito di Dio verso l’uomo. Essa è anche la via di ogni discepolo di Cristo. Chi vuole seguire Gesù deve rinnegare se stesso, prendere la propria croce, perdere la propria vita per ritrovarla. Sono espressioni forti, che a prima vista sembrano irrealizzabili. Esse sono volte non ad umiliare l’uomo, ma a realizzarlo. Si rinnega infatti non quello che Dio ha dato all’uomo ed ha fatto in lui, ma quello che l’uomo è divenuto a causa dell’abuso della libertà, del peccato. Rinnegare - ci dice Gesù - significa ritrovare. In questa visuale rinnegarsi vuol dire realizzarsi. Rinnegare è per la vita, per la gioia. La meta dell’uomo è la felicità. Portare la croce è lottare contro il male che è dentro di noi. Gesù invita a scelte sapienti. Egli contrappone, in modo chiaro ed allo stesso tempo iperbolico, i possibili vantaggi in questa terra e la gioia della vita eterna. Sono inconfondibili le parole con cui evoca la scena dell’ultimo giorno. Egli il Figlio dell’uomo renderà a ciascuno secondo le proprie azioni. Viviamo sotto il giudizio dell’amore infinito di Cristo, portato sino alla follia della croce. Davanti a questo amore infinito occorre continuamente scegliere. La salvezza eterna è appesa alla risposta che ciascuno di noi dà a questo amore.

Ha sete di te, Signore, l'anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
(Salmo 62)


 

[Testi tratti dall'Archivio generale in dotazione]