COMMENTO
La prima profezia di Gesù sulla sua passione avviene dopo la scena
di Cesarea di Filippo, dopo la domanda rivolta agli apostoli sulla sua
identità. In realtà molti avvenimenti realizzatisi precedentemente
alludevano alla passione di Gesù. Gli apostoli non ne avevano afferrato
il messaggio. Essi si attendevano posti di onori. Gesù comincia a
prepararli apertamente allo scandalo del Golgota. Precisa tutto: il
luogo della passione, la condanna a morte, la risurrezione dopo tre
giorni. La sorpresa, il disagio degli apostoli sono immediati ed
espressi nelle parole di Pietro: “ questo non ti accadrà mai”. Egli ha
riconosciuto Gesù come Messia Figlio di Dio, ma non può accettare un
Messia umiliato e perdente; si oppone alla sua morte ignominiosa. La
reazione di Gesù è forte e inequivocabile. Il modo di pensare di Pietro
è satanico; quanto egli dice si muove nella stessa linea del diavolo
tentatore ( Mt4,14). La salvezza poteva essere effettuata in molti modi.
Dio ha scelto la via della croce. E’ la via dell’amore infinito di Dio
verso l’uomo. Essa è anche la via di ogni discepolo di Cristo. Chi vuole
seguire Gesù deve rinnegare se stesso, prendere la propria croce,
perdere la propria vita per ritrovarla. Sono espressioni forti, che a
prima vista sembrano irrealizzabili. Esse sono volte non ad umiliare
l’uomo, ma a realizzarlo. Si rinnega infatti non quello che Dio ha dato
all’uomo ed ha fatto in lui, ma quello che l’uomo è divenuto a causa
dell’abuso della libertà, del peccato. Rinnegare - ci dice Gesù -
significa ritrovare. In questa visuale rinnegarsi vuol dire realizzarsi.
Rinnegare è per la vita, per la gioia. La meta dell’uomo è la felicità.
Portare la croce è lottare contro il male che è dentro di noi. Gesù
invita a scelte sapienti. Egli contrappone, in modo chiaro ed allo
stesso tempo iperbolico, i possibili vantaggi in questa terra e la gioia
della vita eterna. Sono inconfondibili le parole con cui evoca la scena
dell’ultimo giorno. Egli il Figlio dell’uomo renderà a ciascuno secondo
le proprie azioni. Viviamo sotto il giudizio dell’amore infinito di
Cristo, portato sino alla follia della croce. Davanti a questo amore
infinito occorre continuamente scegliere. La salvezza eterna è appesa
alla risposta che ciascuno di noi dà a questo amore. |
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Ha sete di
te, Signore, l'anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
(Salmo
62)
[Testi tratti dall'Archivio generale
in dotazione] |
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